L’iniziativa è partita proprio dal suo Segretario Generale, Antonio Guterres, e verrà resa pubblica entro la fine di questa settimana: si tratta – tecnicamente – di un rapporto, quello di cui si vocifera tra i corridori del Palazzo di Vetro, ma in realtà è piuttosto una sirena d’allarme sulla crisi umanitaria ormai insostenibile che si sta consumando a Gaza e al contempo il preavviso di una nuova possibile guerra tra Israele e Hamas.
Dalle prime indiscrezioni è possibile inquadrare il dossier come una sorta di sottoprodotto della risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sugli insediamenti israeliani approvato nel dicembre 2016 dopo che l’amministrazione Obama aveva deciso di non porre il veto, e la cui risoluzione è osteggiata – in combutta con il governo israeliano – fin dai primi giorni della presidenza Trump.

Campo profughi di Gaza: i bambini palestinesi lanciano sberleffi ai soldati israeliani. 1993.

Il cadavere di Leila al-Ghandour, la bambina di 8 mesi morta dopo aver inalato gas lacrimogeni durante gli scontri a Gaza del 14 maggio – 15 maggio 2018

Lo starzio per la morte della neonata palestinese intossicata dai gas. Gaza City, 15 maggio 2018

Un gruppo di giovani palestinesi lungo il confine. Gaza, 14 maggio 2018

Una donna avvolta nella bandiera palestinese. Gaza, 14 maggio 2018

Il fermo di un’estremista israeliana nel 2000, bloccata durante i giorni della seconda Intifada.

Le macerie dopo un’incursione dell’Aviazione israeliana sulla striscia di Gaza nel 2004.

Gaza, 2001: blindato israeliano durante la seconda Intifada

Medici e barellieri cercano di prestare soccorso ai feriti mentre infuriano gli scontri. Gaza, 14 maggio 2018

Un giovanissimo palestinese stordito dai gas lacrimogeni. Gaza, 14 maggio 2018

Giovani palestinesi bruciano pneumatici mentre si scontrano con le forze israeliane vicino al confine tra la striscia di Gaza e Israele, a est di Gaza City il 14 maggio 2018

Un manifestante palestinese ferito durante gli scontri. Gaza, 14 maggio 2018 Gaza, 14 maggio 2018

Un gruppo di soldati israeliani osserva l’incendio in un campo di grano vicino al kibbutz di Nahal Oz, lungo il confine con la Striscia di Gaza, il 14 maggio 2018

Un soldato israeliano tenta di estinguere un incendio in un campo di grano vicino al kibbutz di Nahal Oz, lungo il confine con la Striscia di Gaza, il 14 maggio 2018

Manifestanti palestinesi lungo la barriera di confine con Israele ripresi in una foto scattata dal kibbutz israeliano di Nahal Oz, oltre la striscia di Gaza, 14 maggio 2018

Una donna sventola la bandiera palestinese mentre intorno infuriano gli scontri. Striscia di Gaza, 14 maggio 2018

Gomma date alle fiamme durante gli scontri al confine tra la Striscia di Gaza e Israele ad est di Gaza City il 14 maggio 2018

59 i morti e quasi 3mila i feriti in questi giorni di pesantissimi scontri lungo la striscia di Gaza, 14 maggio 2018

Primo piano di un giovane palestinese impegnato nei combatimenti sulla striscia di Gaza, 14 maggio 2018

Le Brigate Ezzedine-Al Qassam, l’ala militare di Hamas durante una manifestazione a Gaza il 31 gennaio 2017

Beirut, 10 agosto 1982. Paracadutisti israeliani durante l’invasione del Libano

La fionda di un Palestinese in azione in Cisgiordania nel febbraio 2018.

Scontri a Gaza il giorno dell’apertura dell’Ambasciata Usa il 14 maggio 2018

Un’immagine dei gravissimi scontri a Gaza il 14 maggio 2018

1994: militanti Jihadisti bruciano una bandiera israeliana nei territori occupati

Netzarim Crossing, Gaza. Palestinesi sotto il fuoco israeliano durante la seconda Intifada del 2000

Sassaiola ad Hebron durante la protesta palestinese per la chiusura del centro cittadino. Marzo 2013

Nablus, gennaio 1988. Manifestazione di Palestinesi durante la prima Intifada
Negli ultimi diciassette mesi, dunque, il rapporto è rimasto nel limbo. Fino a quando, dopo le pressioni di diversi membri del Consiglio di Sicurezza, Francia in testa, Guterres ha deciso di rilasciare il documento che, dopo la pubblicazione, verrà aggiornato ogni mese.
I punti principali del rapporto
Il numero uno dell’Onu descrive con dovizia di particolari la crisi di Gaza, afflitta da un sistema sanitario in continuo declino con medicine e forniture mediche in diminuzione, pressoché costantemente privo di elettricità e strutture igieniche disastrose.
Una crisi che, avverte, potrebbe avere conseguenze pericolose: “Negli ultimi tre mesi Gaza ha assistito alla più grave escalation dal conflitto tra Hamas e Israele cominciato nel 2014 – argomenta Guterres – e dovrebbe essere un monito per tutti di quanto sia vicino il limite della guerra che rischia di degenerare in un altro conflitto disastroso e letale“.
Il dito è puntato prima di tutto su Israele e sul suo ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, responsabile di azioni inaccettabili in violazione del diritto umanitario internazionale da quando sono iniziate le proteste lo scorso 30 marzo, arrivando ad affermare che tutti i palestinesi a Gaza sono affiliati ad Hamas e legittimando, quindi una politica permissiva nell’uso della forza contro i manifestanti.
Ma ce n’è anche per Hamas, colpevole – nelle parole di Guterres – di aver cercato di affermare la propria leadership e di aver incitato le proteste creando un clima di instabilità che ha messo a rischio non soltanto le vite di israeliani e palestinesi, ma anche gli sforzi per ripristinare la dignità e le prospettive di un futuro vivibile per l’area.