In Italia sono sempre meno le coppie che si sposano. A parte il cambiamento dei costumi, il problema è economico. E anche la denatalità ha a che fare.
con i mancati matrimoni.Nel 2008 si celebrarono i matrimoni per 212 mila coppie, nel 2021, invece, se ne sono celebrati poco più di 142 mila. C’entrerà certo una diversa cultura dello stare insieme, un nuovo modo di concepire la vita a due, c’entrerà questo e c’entrerà quello, ma nessuno ci toglie dalla testa che, almeno parte di quelli che oggi non si sposano magari cambierebbero idea se ci fossero le condizioni economiche per farlo. E se tali condizioni non ci sono certo non è colpa di chi non si sposa, semmai, di chi non prende provvedimenti pubblici economici e non per favorire questo tipo di convivenza a due che ha il suo inizio ufficiale nelle nozze. Insomma, non tutti quelli che non si sposano lo fanno per motivi di mentalità e cultura, piuttosto non hanno le possibilità oggettive di farlo.
E per la denatalità il discorso non cambia, anzi è collegato strettamente al calo delle nozze: molti non si sposano perché, anche se lo facessero, non avrebbero poi la possibilità né di gestire né di mantenere un figlio o – figuriamoci, non se ne parla neanche – più figli. Da anni, in Italia, non esiste una politica per la famiglia che possa definirsi tale e del resto, se ci fosse, i numeri molto probabilmente non sarebbero questi. Ma i numeri sono la forma di informazione più impietosa, non contrattabile, impossibile da addolcire. Sono lì, punto.
Negli ultimi 15 anni l’età media nella quale si sposa un uomo è aumentata del 2,3 per cento, mentre per le donne del 2,7 per cento. Alla luce dei dati sopra esposti non c’è nulla di cui meravigliarsi. Le persone si sposano dopo perché una certa sicurezza economica viene raggiunta, quando avviene, molto più avanti; di conseguenza quella sicurezza anche minima che consente di pensare alle nozze avviene sempre più tardi. E il fenomeno non è destinato a diminuire, a meno che non sopraggiungano provvedimenti di politiche per la famiglia in grado di bloccare il calo e inaugurare una nuova stagione. Non ci sono altre vie possibili. Inutile pensarci, salvo immaginare frotte di persone che si dedichino a una sorta di proselitismo pro matrimonio e facciano un porta a porta di follettiana memoria (nel senso dell’aspirapolvere Folletto, non dello scrittore britannico di grandissimo successo Ken Follett).
Non c’è dubbio che l’incertezza e la precarietà complessiva, anche ideologica e culturale, facciano vivere sempre più alla giornata con alcuni punti fermi: raggiungere l’indipendenza e l’autonomia, essere felici, dimostrare sempre meno interesse per le cerimonie, anzi in molti casi un’esplicita avversione verso i riti pomposi, esprimere la consapevolezza che stando bene insieme il matrimonio «ufficiale» non apporterebbe nulla di più che una spesa inutile e senza senso. Detto ciò, ovviamente, c’è chi la pensa in tutt’altro modo e continua a voler celebrare le nozze al meglio possibile, tant’è vero che fioriscono nuove società di wedding planner cui si affidano le giovani coppie per personalizzare il loro sposalizio, anche soltanto civili (la stragrande maggioranza).
Iniziative per favorire le nuove coppie dovrebbero essere di varia natura, e solo ripeterle ci fa venire la nausea perché l’Italia, il Paese più democristiano che ci sia, e con la presenza di molti cattolici in politica, è anche quello più arretrato in Europa riguardo alla programmazione pubblica per la famiglia. Le politiche dovrebbero essere economiche, fiscali, di fornitura ampia di servizi per la mamma lavoratrice – dove invece siamo ridicoli per quantità dei servizi non a prezzi di mercato. E comunque, anche per quelli.
La questione dell’affitto o dell’acquisto della nuova casa, infine, è un vero disastro. E poi cosa vi aspettate? Che tutti corrano in Comune, formando code impressionanti, per fare le carte per sposarsi e adempiere alle pratiche burocratiche richieste? Fa ridere in Italia il gran parlare dell’argine da porre alla denatalità e poi non muovere un dito nella direzione che potrebbe portare a una inversione della tendenza.