Se Google consuma tanta energia quanto l’Ecuador e Microsoft se la gioca con l’Azerbaigian, perché i giovani ambientalisti che imbrattano monumenti e bloccano le autostrade non vanno a Seattle da Bill Gates o da Google in California a protestare?
Sapete qual è il Paese che ha il consumo pro capite di elettricità più alto del mondo? E di conseguenza è anche tra gli Stati che hanno emissioni elevate se ricondotte al numero di abitanti? Se non siete esperti non lo immaginerete mai: si tratta della fascinosissima Islanda, con i suoi ghiacciai e le sue sorgenti termali. In media, ogni cittadino di Reykjavik consuma più di 50 kilowattora. Tanto per capirci, l’Italia si ferma a 4,7, cioè meno di un decimo, e nella classifica mondiale è al 47esimo posto. Davanti a noi ci sono parecchie nazioni, tra le quali quelle arabe, ma anche altre che sono considerate paradisi della natura come la Norvegia o la Finlandia e – udite, udite – la Groenlandia.
Tanto per essere chiari, l’Islanda e la Groenlandia, pur non essendo tra i Paesi che rilasciano nell’atmosfera più CO₂ degli altri (il primato pro-capite spetta all’Arabia Saudita, seguita da Canada, Stati Uniti e Australia), se consideriamo il numero di abitanti inquinano molto più dell’Italia e non molto meno della Cina. Certo, in valore assoluto le cose cambiano, perché un conto è riscaldare le case di 382 mila persone come a Reykjavik e dintorni e un altro tenere accesi luce e caloriferi nelle abitazioni di 1,4 miliardi di abitanti, come a Pechino e dintorni. E però, se dobbiamo pensare ai comportamenti individuali, cambiando lo stile di vita come vorrebbero i militanti di Ultima generazione, ossia coloro che si distendono in mezzo alla strada per protestare contro l’inquinamento e per lo stesso motivo imbrattano i monumenti, dovremmo partire forse proprio dai luoghi in cui è più facile intervenire, limitando consumi e emissioni.
Ma a proposito di dati che l’opinione pubblica ignora, sapete che Google e Microsoft, cioè due giganti della tecnologia e dell’informazione dai quali ormai dipendono molte cose della nostra vita (basti pensare al «baco» che ha mandato in tilt i computer di mezzo mondo, bloccando a terra migliaia di aerei in America e in Europa), consumano più elettricità di Paesi come la Tunisia e la Giordania? Lo scorso anno ognuno dei due colossi dell’informatica ha «bruciato» tra i 24 e i 25 terawattora, vale a dire 24 o 25 miliardi di kilowattora, che sono più o meno ciò che utilizzano in un anno la Slovacchia o l’Azerbaigian, oppure l’Ecuador, Stati che hanno rispettivamente 5, 10 e 18 milioni di abitanti. La Nigeria, che ne conta 220 milioni, rispetto a Google e Microsoft consuma poco di più.
Vi chiedete come mai le «Big tech» siano così energivore? La risposta è che i data center necessari a elaborare algoritmi e calcoli complessi richiedono molta energia e anche molta acqua. In altre parole, quella che è considerata un’attività economica pulita, che non fa male all’ambiente, in realtà fa male al pianeta.
Qualche dato? Nel 2019, proprio per l’alto consumo di energia, le emissioni di CO₂ da parte di Google sono aumentate del 48 per cento, mentre quelle di Microsoft sono cresciute del 30. L’online, l’intelligenza artificiale, i social network, cioè tutto il sistema che si regge sui data center, nel 2022 avrebbero consumato poco meno di mezzo miliardo di terawattora. Cioè una volta e mezza l’energia che serve per tenere accesa l’intera Italia, facendo funzionare le industrie e consentendo il riscaldamento o il raffrescamento delle abitazioni, con i consumi domestici.
Il rovescio della medaglia di questo enorme fabbisogno energetico, a cui si accompagna un gigantesco utilizzo di milioni di litri di acqua per raffreddare i computer (operazione che rischia di lasciare a secco molti Paesi), è l’ovvio consumo di risorse e l’incredibile aumento delle emissioni inquinanti.
A questo punto viene spontanea una domanda: ma i ragazzi di Ultima generazione, quelli che si battono contro l’impiego del combustibile fossile, sanno che anche il loro computer, ogni volta che si connette a Internet, consuma energia e produce un danno all’ambiente? Loro sostengono che il mondo sia in pericolo e che si debba fare in fretta per scongiurare il disastro del pianeta. Ma quando si presentano in tv, di fronte alle telecamere dei talk show, sono a conoscenza che quella attività, apparentemente pulita, e compatibile con l’ambiente, anche se non emette fumi, per lo meno in casa nostra, è invece altamente inquinante?
Se Google consuma quanto l’Ecuador e Microsoft se la gioca con l’Azerbaigian, perché dobbiamo vedere imbrattati i nostri monumenti e interrotte le strade della nostra capitale? Perché questi giovani non vanno a Seattle, di fronte alla sede del colosso di Bill Gates, a protestare? È facile bloccare gli automobilisti sul grande raccordo anulare di Roma. Provate a bloccare gli affari del magnate di Microsoft, quello che sostiene i vaccini e la transizione green. Poi ne riparliamo.