Home » Ma che ti frulla in testa?

Ma che ti frulla in testa?

Ma che ti frulla in testa?

Quasi ogni anno viene lanciato un «superfood» dai miracolosi effetti anti invecchiamento. Adesso è la volta dei bibitoni a base di collagene misto a frutta e verdure. Buoni, senza dubbio. Al di là di questo, però, ecco le loro vere proprietà…


Belli? Sicuramente. Salutari? Talvolta. Antinvecchiamento? Praticamente no. Sono i frullati di frutta e verdura con aggiunta di collagene polverizzato, burri e olii vari che stanno spopolando tra le celebrità. Jennifer Aniston non esce di casa senza il suo «smoothie» di latte di mandorla, ciliegie, banana, due cucchiai di collagene in polvere e spinaci. Gwyneth Paltrow ha deciso di produrlo personalmente, con il nome di GoopGenes, al sapore di vaniglia. Reese Witherspoon macina lattuga, spinaci, collagene, acqua e burro di cocco, limone…

Da quando il guru americano Mark Adam Hyman, medico e personaggio televisivo, ha scritto il bestseller Young Forever, in cui garantisce l’eterna giovinezza con l’assunzione mattutina di un bibitone a base di frutta, collagene, burri e olio «Mtc» (trigliceridi a catena media, un particolare tipo di grasso), non c’è star che, appena sveglia, non si trasformi in cucina nel «piccolo chimico». Seguono, come sempre, i comuni mortali, che hanno iniziato a consumare indiscriminatamente «super frullati» che contengono di tutto. A partire dal collagene.

Abbiamo finalmente trovato l’elisir, seppure un po’ pastoso, di giovinezza? Basta la polvere di collagene, con l’aggiunta di frutti di bosco, burro di mandorla, olio speciale, a migliorare l’aspetto della pelle? «In realtà no» risponde Paola Turano, docente di Chimica generale e inorganica all’Università di Firenze, esperta di struttura delle proteine. «Il collagene è una molecola estremamente complessa. Anche se “frantumato” in aminoacidi, come accade quando si polverizza per aggiungerlo alle bevande, non ci sono studi che dimostrano che arrivi davvero a ogni singola cellula della pelle. Riesce a passare al sangue con l’assorbimento nell’intestino. Ma questo non basta perché non esiste un meccanismo biologico che ricostituisca il collagene frantumato all’interno delle cellule dov’è carente». In altre parole: anche se il collagene entra in circolo nel sangue, non è detto che si componga di nuovo nell’organismo come prima della sua frammentazione e, soprattutto, dove vogliamo noi.

«Al momento non ci sono evidenze scientifiche che il collagene assunto con i frullati migliori la situazione epidermica in fatto di macchie, rughe, tonicità» aggiunge Turano. «Berlo è come introdurre una serie di “mattoncini” all’interno del corpo, dove questi corrispondono agli aminoacidi che formano il collagene. Farli attraversare stomaco, intestino e fegato – cosa tutt’altro che banale – poi sperare che tornino a formare la gigantesca impalcatura che sostiene le cellule della cute». Non solo: c’è una questione di compatibilità, perché questo collagene viene ricavato da bovini e suini, come dai pesci. Sono stati messi a punto metodi biotecnologici per renderlo il più simile possibile a quello umano. Ma non è identico. Diverso è applicare questa sostanza, tramite, per esempio, infiltrazione in un’area precisa del corpo: lì la struttura della molecola resta integra e si posiziona dove è carente.

Ma attenzione: se inizia a scarseggiare collagene nei tessuti, occorre identificarne la causa. «Se lo iniettiamo ma qualcosa continua a degradarlo, è inutile, in breve scomparirà. Nel caso dell’invecchiamento naturale, la causa chimica è riconducibile all’aumentata produzione di determinati enzimi, le metalloproteinasi, che lo consumano in fretta» afferma Turano. Meglio dunque intervenire su questi per impedire, a monte, che il collagene si deteriori. Le metalloproteinasi sono infatti potenti enzimi che danneggiano la matrice extracellulare: la vera causa del cedimento dei tessuti.

«Anche i grassi “buoni” presenti nei bibitoni non possono fare miracoli» conclude Turano. «La pelle è un rivestimento molto esteso: quanto burro e olii dovremmo consumare perché arrivino a ogni cellula dell’epidermide? Una quantità che, di contro, farebbe schizzare alle stelle il colesterolo, appesantendo il fegato». Il problema nutrizionale di questi frullatoni non è da sottovalutare. Perché non sono certo dietetici. «Consumarli è come far finta di prendersi cura del nostro corpo. Preferiamo la forma alla sostanza» taglia corto Sara Farnetti, specialista in Medicina interna ed esperta in Nutrizione funzionale (ora in libreria con il libro Pensaci prima, Rizzoli). «Per frullare bastano un paio di minuti. Si beve e ci si mette la coscienza a posto. Poi magari la sera si va a prendere due cocktail e una pizza. Questi “super frullati” non solo non hanno benefici effetti di ringiovanimento, ma essendo ricchi oltre che di collagene anche di zuccheri e grassi, non fanno nemmeno particolarmente bene alla linea».

L’invecchiamento, in realtà, dipende dall’infiammazione a livello cellulare. Aiutano a tenerlo a bada, dormire a sufficienza, evitare l’accumulo di grasso addominale, moderare fumo, alcol, controllare lo stress e avere una corretta alimentazione. «Perché frantumare il collagene e aggiungere elementi che, nei tradizionali alimenti, esistono già? Perché riteniamo che sia meglio ingerire pillole o polveri? Ancora non siamo riusciti a riprodurre la natura “in polvere”. La complessità del mondo vegetale è molto distante da questi integratori. Chi li sceglie, sta assumendo un surrogato».

Quando si frullano questi elementi, anziché consumare quelli presenti negli alimenti, si finisce per ossidare le sostanze nutritive a causa del surriscaldamento provocato delle lame. Mentre la centrifuga o l’estrattore privano il succo di fibre fondamentali come i polifenoli, che sono presenti sotto la buccia. Aggiungendoci collagene in polvere, il risultato non cambia. Dice ancora Farnetti: «Se questo viene assunto da chi è deperito, malnutrito, sottopeso, è normale che – grazie anche alle altre sostanze nutritive contenute nei bibitoni – il suo aspetto generale migliori: i muscoli, e poi la cute. Ma se lo consuma una persona in buona salute, ecco, è del tutto inutile».

Questi frullati, inoltre, sono tutt’altro che ipocalorici, anche se resi gradevoli con un dolcificante naturale come la stevia. «Se bevo un mix di collagene, sedano, limone, kiwi, arancia e carota, per pranzo non dovrò mangiare più niente perché ho già assunto la mia dose di carboidrati a pasto. I bibitoni, infatti, vengono considerati tali per il loro contenuto di zucchero». Insomma, se si devia dalla natura, si rischia di finire fuori strada. E il collagene in polvere, più che regalare giovinezza, assicura profitti a chi lo produce.

© Riproduzione Riservata