In Italia cresce il numero di persone che si rivolgono a uno dei 483 sacerdoti preposti a scacciare il maligno in mezzo milione di «pratiche» registrate ogni anno. Ecco – spiegato da loro stessi – come funziona questa realtà che supera ogni finzione cinematografica.
La presenza del Male continua a insinuarsi, subdolamente, nel quotidiano di migliaia di persone di ogni ceto sociale, istruzione e religione. Ma raramente si tratta di invasati con gli occhi rovesciati, come accade nei film. In maggioranza sono persone normali, talvolta con tratti fuori dal comune: parlano lingue sconosciute, anche antiche; dimostrano una forza superiore alle proprie capacità e, spesso, una conoscenza superiore alla loro cultura. I «posseduti», insomma, esisterebbero davvero. Almeno, è quanto assicura chi se ne occupa. «Quando mi avvicino e faccio il segno della croce, imponendo la benedizione con la mano, a volte capitano reazioni violente» racconta un esorcista di lungo corso, a patto di mantenere l’anonimato. «C’è gente che spezza le corde di contenimento, persino quelle usate dai pompieri. Ma ho trattato anche dei bambini. Cosa accomuna ognuno di loro? L’enorme sofferenza». Durante la confessione, continua il parroco, alcuni si dimenano. «Lo sguardo perde la sua umanità: diventa sarcastico o di quell’odio tagliente dell’assassino, e si ha la percezione che quell’odio è operativo». Tuttavia la maggioranza che invoca una «liberazione» è fatta di uomini e donne comuni, «vittime dell’odio altrui o della loro incoscienza nell’avvicinarsi a pratiche esoteriche e a culti, occasioni che spalancano le porte al demonio».
Il rituale di liberazione può essere suggestivo, dato che si usano l’acqua santa o l’olio benedetto. Inquietante, nei casi più rari. «Quando si esorcizza si chiama il diavolo per nome: bisogna farsi consegnare il nome. Il libro dell’Esorcismo prevede questa domanda: Chi sei? Come sei entrato? Il diavolo a questo resiste molto» assicura il sacerdote. «Io ci ho parlato tantissime volte, mi interessa la sua conoscenza e vorrei fare un libro sul mistero del suo essere, sulla caduta». Durante la «liberazione», inoltre, bisogna sempre tenere conto di due realtà che si scontrano: «La Chiesa, che rappresenta Cristo, e le forze dell’inferno, che vogliono usurpare il diritto di Cristo in una creatura».
Ma per uscire dalle tenebre, bisogna convertirsi e tornare a Dio: «Altrimenti il diavolo non fa sconti». Nemmeno agli esorcisti. «Molti finiscono con l’ammalarsi o doversi sottoporre, loro stessi, a preghiere di liberazione. Da me ne sono venuti alcuni» racconta don Adriano Gennari. Nel comune di Carmagnola, vicino a Torino, ogni sabato accoglie, dall’alba, una lunga fila di fedeli in cerca di aiuto spirituale, supportandoli anche in caso di presunti fenomeni di possessione o infestazione diaboliche. Don Adriano non è un esorcista, come si legge in Rete, ma si occupa della pastorale del malato e offre benedizioni, parole di conforto e preghiere di intercessione per tutti coloro che stanno affrontando malattie incurabili o drammi personali.
E sono tantissimi i casi, non solo a Torino. In tutt’Italia le richieste di esorcismi sono in costante aumento. Nel nostro Paese ogni anno se ne denunciano oltre mezzo milione. E l’Italia è capofila nel mondo anche nell’esercizio di questo ministero con ben 483 sacerdoti abilitati, di cui 139 ausiliari, iscritti all’Associazione internazionale esorcisti (Aie). L’unico organismo riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede, che può vantare 905 membri sparsi in 58 Paesi. L’ente è stato fondato da padre Gabriele Amorth, il più carismatico «scacciatore» di demoni, con oltre 160 mila esorcismi praticati in vita.
A Milano la Curia ha attivato dal 2012 un centralino «per i posseduti», nonostante il numero dei sacerdoti autorizzati sia più che raddoppiato in un decennio. In Sicilia, dove gli esorcisti sono una trentina, a fronte delle incessanti richieste, anche improprie, i vescovi diocesani hanno vietato ai laici e ai sacerdoti non autorizzati «di pronunciare sia preghiere di esorcismo solenne sia qualsiasi altra preghiera che abbia il carattere imperativo allo spirito maligno». D’altronde millantatori e santoni fai-da-te possono essere pericolosi, come si è visto ad Altavilla Milicia (Palermo), dove nel febbraio scorso un uomo di 54 anni ha ucciso moglie e due figli durante un rito di purificazione che sarebbe stato ispirato da Roberto Amatulli, parrucchiere barese autoproclamatosi pastore evangelico, guaritore ed esorcista.
Nella capitale gli esorcisti iscritti all’Aie sono 12, oltre a quelli autorizzati dal vescovo ma che operano in autonomia. Per favorirne la formazione è stato istituito un corso sul ministero dell’esorcismo presso l’ateneo Regina Apostolorum di Roma. Qui, a maggio, si sono radunati un centinaio tra accademici, psicologi ed esorcisti da tutto il mondo. «Oggi c’è fame di spiritualità e anche nell’ambito della Chiesa c’è chi sente il bisogno di fare un cammino più approfondito» spiega Elisabetta Fezzi, tra i fondatori della Famiglia della Luce, associazione della provincia di Lecco che organizza percorsi di sostegno e ritiri spirituali. Talvolta, tra i partecipanti, ci sono vittime di possessioni o persone che hanno intrapreso un cammino di liberazione. Dopo l’emergenza Covid si è registrato un sostanzioso aumento di richieste di pratiche esorcistiche. È dettato dalla maggiore esposizione ad abusi, dipendenze o violenze dentro le mura domestiche. «Tante persone che hanno subìto violenza presentano delle ferite fisiche ma soprattutto psicologiche ed emotive» prosegue Elisabetta, autrice insieme al marito del libro Vattene Satana! (San Paolo, 336 pagine, 18 euro), che raccoglie 14 testimonianze di salvezza dalla possessione. «Il diavolo entra attraverso queste ferite».
E sempre sotto pandemia si è registrato un altro fenomeno: l’esplosione di presunti miracoli eucaristici legati alla comunione sulla mano. «Alla base di questi presunti casi c’è stata questa dispersione sacrilega di particelle di ostie consacrate» conferma il professor Giulio Fanti dell’università di Padova, considerato il maggior esperto internazionale della Sindone. Tra i reperti affidati alla sua équipe vi è un fazzoletto, usato per l’eucarestia, che presenterebbe tracce indelebili di tessuto muscolare striato. «Non posso parlare di questo caso ma, in generale, il nostro compito è distinguere tra la “preternaturalità” e la “soprannaturalità” dell’oggetto. Inoltre, non sempre queste proprietà provengono dall’alto, ma possono venire anche dal basso. Anni fa ho studiato una Madonnina che fondeva sangue, in modo non naturale, ritrovata vicino a luoghi in cui si celebravano riti satanici. Ne abbiamo analizzato un campione ed è emerso che era sangue di maiale». Tra gli esperti interpellati vi è stato anche padre Giacobbe Elia. Uno degli esorcisti più attivi e già allievo di padre Candido Amantini, in quello che è il luogo simbolo del potere salvifico divino contro le tenebre: il complesso della Scala Santa, davanti la Basilica di San Giovanni in Laterano, dove ogni giorno centinaia di fedeli percorrono, in ginocchio, i sacri gradini.
Nota anche come «Scala Pilati», secondo la tradizione fu trasportata qui da Gerusalemme da santa Elena imperatrice, madre di Costantino, nel 326. Nella sacrestia, oggi chiusa al pubblico, padre Candido dispensava ai sofferenti le sue benedizioni e le formule dell’esorcismo solenne contro Satana e gli angeli ribelli. «Finché padre Candido è stato in vita, anche se malato, vi era sempre un via vai di persone, che si accampavano fuori dalla chiesa anche di notte. E io l’ho sempre assistito». Ancora oggi padre Giacobbe mantiene l’impegno di curare tutti i disperati che arrivano, anche dall’estero, nella sua piccola parrocchia di Marano dei Marsi, in Abruzzo. «Se c’è qualcuno che soffre, io ci sono» spiega il sacerdote, laureato in Medicina, che esercita il ministero dal 1987. «Molti casi ci vengono inviati da luminari di psichiatria che ci dicono: “padre, questo caso sfugge”. Quando li mandano, significa che sono casi a cui non si è trovata spiegazione. A volte sono indirizzati qui anche da clinici, che non sanno come comportarsi perché una terapia che va bene su tutti, su di loro produce un effetto contrario».
Discepolo di padre Candido è stato anche padre Amorth. Una curiosità: l’esperienza più sconvolgente vissuta da William Friedkin, autore del film L’esorcista, fu l’assistere dal vivo al rituale di liberazione che l’anziano sacerdote praticò su una posseduta. Da quell’esperienza scioccante, Friedkin realizzò il documentario, privo di qualsiasi effetto speciale, The Devil and Padre Amorth. Ancora oggi un documento di grande impatto. Dal successo strepitoso di quella pellicola, il tema della presenza invisibile ma irresistibile del Male non smette, ancora oggi, di attrarre il grande pubblico. Nei cinema si torna a raccontare di possessioni e infestazioni demoniache con il film L’esorcismo – ultimo atto. Protagonista Russell Crowe nei panni di un attore ingaggiato per interpretare un horror sugli esorcismi, sul cui set sperimenterà inquietanti fenomeni paranormali. Altra curiosità: il padre di Joshua John Miller era Jason Miller, l’attore che interpretava l’esorcista nell’opera del 1973 e la sua vita fu segnata per sempre. «Non credo che il diavolo abbia ferito mio padre: è stata la fama a fargli male» riflette con Panorama il regista. «È forse la fama l’altra parola per indicare il male? La maggior parte delle persone non riesce a gestirla… Dopo il successo de L’esorcista mio padre si nascose dal mondo, sviluppò dipendenze. Ho realizzato il mio film per onorare le sue difficoltà. Non che io non ne abbia avute nel girarlo… Lavorare a Hollywood può essere un inferno».