Migliaia di aree italiane restano «scoperte» e con comunicazioni impossibili. Ma nei rapporti con lo Stato, viene imposto internet.
Viviamo in uno Stato schizofrenico dove da una parte l’Agenzia delle entrate rende obbligatoria la Pec – la Posta elettronica certificata – per i contribuenti, indipendentemente da ogni caratteristica (età, formazione scolastica, abilità digitale e relativa copertura internet della zona di residenza del povero contribuente), e dall’altra – appunto –, non solo questo provvedimento mette in crisi tardivi digitali (cioè quelli che non sono nati con il web e i social), ma anche anziani che sono zero digitali. Non considera minimamente il fatto è che in questo Paese ci sono ancora aree senza segnale «ove telefonare, mandare un messaggio, navigare su internet è impossibile. Con gravi rischi anche per la sicurezza pubblica». A parlare è l’Uncem, Unione nazionale comuni, comunità montane, enti montani, che da anni è impegnata a monitorare la situazione e a segnalarla come un’emergenza a livello nazionale. Ebbene, alla fine del 2022 le aree italiane risultavano 2.495, che sono un’enormità considerando i già notevoli problemi che devono affrontare i comuni e le zone di montagna. Sono ancora i rappresentanti dell’Uncem che sostengono: «Bisogna risolvere una volta per tutte l’emergenza delle emergenze, il “digital divide” in Italia».
Un esempio concretissimo. Alta Val Borbera, al confine tra la provincia di Alessandria e la Liguria, c’è un comune, Carrega Ligure che conta tre frazioni, Agneto, Berga e Croso e, in proposito, il sindaco di Carrega ha detto le cose esattamente come stanno, in un’intervista al quotidiano la Stampa: «Queste frazioni sono scollegate perché sono così poco abitate che nessun gestore telefonico ha mai trovato interesse a collegarle. Qui non è mai arrivata la connessione internet e nemmeno quella di un cellulare. Sono 400 residenti scollegati, che diventano 400 in estate. E solo chi arriva da fuori può apprezzare questa lontananza dell’altro secolo, perché chi vive qui ha problemi per tutto». Ecco, i fondi del Pnrr dovrebbero servire a colmare questa grave ingiustizia verso gli abitanti di quei 2.495 comuni. Non può, infatti, diventare un tema di giustizia sociale la copertura delle varie zone del Paese: Anche perché se in queste aree non arriva nessun segnale, ci sono un’infinità di altre zone dove il segnale è debole, intermittente, a volte per giorni assente, rendendo inutile se non impossibile il suo utilizzo. Le infrastrutture di un Paese non sono questione solo di diritto dei cittadini ma di dovere assoluto da parte dello Stato.
Chi si riempie la bocca, a scadenze regolari della questione della transizione digitale dovrebbe anzitutto mettere sullo stesso punto di partenza tutti gli italiani, ovunque essi vivano, qualsiasi età essi abbiano, qualsiasi lavoro essi svolgano. Non avere il segnale per nulla o averlo a singhiozzo è praticamente la stessa cosa. Se stai facendo – mettiamo – un’operazione attraverso lo Spid e la linea è presente in modo intermittente è molto probabile che, tra segnale debole e casini combinati continuamente dalla Pubblica amministrazione (Pa), tu debba impiegare tra le cinque e le sette ore per portare a compimento l’operazione e se provi a farti aiutare dal cosiddetto «esperto» della Pa che dovrebbe farti da supporto all’operazione, allora sei cadavere.
In molti, per anni, hanno parlato del superamento del “digital divide”, lo svantaggio digitale, sia nazionale sia internazionale, con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, come della via all’emancipazione tecnologica, imprenditoriale, sociale e culturale dei popoli interessati, compresa e non esclusa l’Italia. Poi, quando si arriva al dunque chi è già avanti va ancora più avanti – ed è giusto se questo significa un avanzamento anche in termini di Pil nazionale – ma chi è indietro, indietro rimane, e questo è ingiusto e profondamente iniquo. Ma rappresenta anche un grave danno per i diritti delle persone che abitano in quei luoghi e una mancanza concreta di sviluppo economico di quelle zone che, ormai, senza tecnologia, non possono andare da nessuna parte.
Si chiama possibilità di esercizio dei diritti degli italiani a macchia di leopardo, cioè un tradimento di quei diritti. Sempre ricordando che molti italiani, anche oggi, avrebbero bisogno di un rapporto con una persona per il disbrigo delle incombenze burocratiche. Perché non si può chiedere a chi è arrivato fuori tempo massimo per internet, di affidarsi alla Rete perché ingiustamente imposta dallo Stato.