Sono sempre di più le persone costrette a mettersi in fila per pasti gratis. Con un piccolo contributo possiamo dare una mano a chi vi provvede. Come ai francescani di Operazione Pane.
Quando una persona o una famiglia si recano alla mensa dei poveri? In molti casi quando riescono a superare quella sensazione di vergona che è farsi vedere in coda in questo luogo, magari appartenendo o, meglio, essendo appartenuti a quello che si chiamava il ceto medio: tanto per intendersi un impiegato di banca o un professionista. Soprattutto va alla mensa dei poveri chi ha fame e non sa come sfamarsi e molti di questi non hanno un giaciglio dove dormire la notte, non hanno nessuno a cui rivolgersi per un aiuto, sono soli e abbandonati. Ma capita anche che molti di questi abbiano un sia pur minuscolo alloggio ma debbano scegliere se pagare l’affitto e le bollette o comprarsi da mangiare. C’è chi ancora pensa che queste siano situazioni estreme e che riguardino poche persone e che, invece, per la maggioranza non sussista questo problema.
Purtroppo, hanno torto marcio. Tra poveri assoluti e persone che oscillano sulla soglia della povertà, in Italia si contano tra i quattro e gli otto milioni di cittadini e la tendenza, purtroppo, non tende a mostrare segni di miglioramento ma, semmai, di ulteriore peggioramento. Per fortuna, con la F maiuscola, ci sono una miriade di realtà del Terzo settore, dal volontariato al no-profit, dalle cooperative sociali ai piccoli gruppi di mutuo aiuto che, con la loro attività silenziosa, risolvono per migliaia e migliaia di persone il problema della povertà. C’è da sottolineare, tra l’altro, che lo risolvono con comportamenti che derivano da una motivazione profonda e che sono quindi rispettosi delle persone che vengono aiutate. In altri termini, non si tratta solo di un aiuto materiale ma si tratta di un’azione che tende a stabilire un rapporto di vicinanza, di collaborazione, di compassione tra chi aiuta e chi è aiutato.
Non è raro sentire affermare da coloro che compiono tali gesti e tali azioni che, alla fine, è più quello che prendono che quello che danno: questo tipo di ragionamento ha una sua logica profonda che è quella strana ma vera che, talora, «nel dare si riceve». Tra questi operatori ci sono le mense francescane per le quali è stata avviata una campagna solidale che si chiama Operazione Pane di Antoniano. Tanto per intendersi, nel 2023 le mense francescane hanno dato aiuto a più di 10 mila persone tra le quali 1.400 minori ma, soprattutto, una crescita esponenziale delle persone sole (oltre 7.300, il 6 per cento in più dal 2022), questo è quello che emerge dall’analisi di venti mense francescane italiane. Ci dice il direttore fra Giampaolo Cavalli che non si occupano solo del cibo ma che danno anche «sostegno per il cibo e per bollette e affitti, queste le richieste più frequenti». Del resto, anche secondo l’Istat, non si arresta la povertà in Italia: l’inflazione e l’aumento del costo della vita stanno assestando un colpo esiziale alle persone più fragili che sono sempre più in difficoltà. I dati statistici ci dicono che nel 2022 gli individui in condizioni di povertà assoluta erano oltre 5,6 milioni. Questo significa che l’anno scorso, a livello nazionale, sono state 2,18 milioni di famiglie in povertà assoluta e, ciò che è gravissimo, 1,27 milioni di minori sono in queste condizioni.
Le venti realtà francescane di cui abbiamo parlato sono distribuite su tutta la penisola, da Torino a Palermo, passando per Milano, Bologna e Roma, e quest’anno vede sorgere due nuove mense, una a Cava de’ Tirreni (Sa) e una a Reggio Calabria. Ogni mese queste realtà distribuiscono quasi 41 mila pasti. Sono presenti anche all’estero con tre realtà in Ucraina, una in Romania e una in Siria. Quei 41 mila pasti molto spesso significano molte più persone perché, talora, vengono portati a casa, vengono condivisi, vengono offerti a persone che, senza tetto, vivono in un marciapiede o un tunnel assieme ad altri. Dal 27 novembre al 23 dicembre torna la campagna solidale Operazione Pane. Serve a sostenere le realtà che abbiamo descritto. È possibile contribuire con un sms o una chiamata da telefono fisso al 45538. Nel frattempo che si discute a livello mondiale di come eliminare la povertà, si può contribuire nel nostro piccolo a eliminarla per qualcuna delle 41 mila persone o pasti di cui abbiamo detto.