In tangenziale c’è traffico: si procede a passo d’uomo. Quel gruppo è molto unito: lavorano come fossero un sol uomo. Il lavoro nobilita l’uomo. L’occasione fa l’uomo ladro. Uomo avvisato mezzo salvato. Tu uccidi un uomo morto. All’uomo meschino gli basta un ronzino. L’uomo propone e Dio dispone. La libreria non fa l’uomo dotto. Il tempo è galantuomo. Che cosa hanno in comune queste espressioni, proverbi e modi di dire? Semplice: potrebbero presto essere proibiti. La Commissione europea ha infatti appena varato una guida per «un linguaggio inclusivo», un linguaggio che deve essere «gender neutral». In pratica si abolisce l’«uomo». Dunque in tangenziale il traffico procederà a passo di essere che cammina. Il gruppo unito lavorerà come una persona dalle sembianze umane. Il tempo sarà galantemente fluido. Maramaldo dirà: tu uccidi un vivente morto. E l’occasione farà chicchesia ladro. O meglio ladr*.
Se vi sembra una follia, lo è. Ma purtroppo non è una mia invenzione: si tratta di un documento già pubblicato, anche se per il momento riguarda soltanto le parole inglesi. Dove, per l’appunto, è stato eliminato il «man». Man-made, cioè fatto a mano? Vietato: bisogna dire «human made». Manpower, cioè manodopera? Vietato: bisogna dire: «Human resources». Tradesman, cioè commerciante? Vietato: bisogna dire «tradesperson». Fisherman, cioè pescatore? Vietato: bisogna dire «fisher». Mankind, cioè umanità? Vietato: bisogna dire «humanity».Chairman, cioè presidente? Vietato: bisogna dire «chair». Che si traduce: «Sedia».Una follia che mi ha ricordato un senatore texano che qualche tempo fa propose di sostituire le preghiere in chiesa perché gli sembravano troppo maschiliste: «Insomma», disse, «basta con tutte queste orazioni che finiscono sempre con A-men. Per la parità dei sessi bisogna dire A-men e A-Woman».
Non è la prima volta per altro che le istituzioni prendono a schiaffi la lingua. Già nel 2021 la Commissione europea aveva proposta una guida linguistica in cui proponeva di sostituire la parola Natale con festa d’inverno. Nello stesso anno Nancy Pelosi, appena rieletta speaker della Camera dei rappresentanti negli Stati Uniti, propose di eliminare dal lessico nientemeno che le parole «padre», «madre», «zio», «zia», «cugino», «cugina», «cognato», «nipote», «suocero», «patrigno», «matrigna», giudicate offensive e antidemocratiche. Mentre le associazioni di animalisti hanno chiesto interventi ufficiali contro espressioni che potrebbero urtare la sensibilità degli animali: in bocca al lupo? È scortese nei confronti del lupo. Avere la pelle d’oca? Non rispetta le oche. Prendere due piccioni con una fava? Manca di riguardo ai piccioni. Per non dire di «menare il can per l’aia» o «tagliare la testa al toro», ovviamente da condannare senza appello. Persino il nome di qualche Stato è finito nel mirino: perché continuare a parlare solo di Portogallo?, si è chiesto qualche buontempone. «Per la parità di genere ribattezziamolo Portogallina».
Esagerazioni? Forse. Ma il nuovo documento della Commissione europea è realtà (nota a margine: ma non ha niente di più interessante da fare la Commissione europea? Non c’è niente di più urgente che occuparsi di queste scemenze?). Per altro il documento non si limita a dichiarare guerra al «man», cioè all’uomo. Suggerisce anche di abolire l’espressione «christian name» (nome di battesimo) con «first name», di non usare «husband» e «wife» (marito e moglie) ma il più neutro «spouse» (coniuge) e di archiviare per sempre i pronomi «he» e «she» in cambio di un più generico «they».
Una premura che ricorda quel museo inglese che solo pochi giorni fa ha deciso di mettere al bando i Lego perché siccome i pezzi s’incastrano (sporgenza da una parte, buchino dall’altra) ricordano il maschio e la femmina e dunque sono sicuramente omofobi. A quando il Lego Lgbtq+?
Nulla ci stupisce più. Nel corso degli ultimi anni sono state messe in discussione le parole più belle (mamma e papà addio: bisogna dire «genitore 1» e «genitore 2»), le nostre canzoni (vietato cantare «zingaro» o «ci sta un popolo di negri») e persino le nostre favole (Cappuccetto rosso? Sessista. Il principe che bacia la bella addormentata? Molestia sessuale). E può essere che quello della Commissione europea sia soltanto l’ultimo vagito della follia politicamente corretta. Ma certo fa effetto, mentre si parla di crisi dell’Occidente, vedere che l’Occidente spende tante energie per distruggere tutto ciò che ha creato: cultura, tradizioni, il modo di essere e di parlare. E l’atto finale di questa guerra dell’Occidente contro sé stesso non può che essere, appunto, l’abolizione dell’«uomo». Per ora abolizione dal linguaggio. Poi dalla realtà. E così si procederà a passo di nulla.n
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