Home » Attualità » Sport » Platini e Blatter assolti: non ci fu frode nella Fifa

Platini e Blatter assolti: non ci fu frode nella Fifa

Platini e Blatter assolti: non ci fu frode nella Fifa

Nel 2015 l’inchiesta aveva azzerato i vertici di Zurigo, ora il tribunale svizzero assolve tutti. L’ex presidente Uefa: “Persecuzione per impedirmi di guidare il calcio mondiale”

Michel Platini e Sepp Blatter sono stati assolti in appello dal tribunale svizzero, facendo cadere le accuse di frode che nel 2015 portarono all’azzeramento dei vertici della Fifa e cancellarono le possibilità dell’ex numero uno della Uefa di diventare il capo del calcio mondiale. Sono passati dieci anni da quei giorni e ora la vicenda processuale racconta una storia diversa: non ci furono corruzione e frode, confermata la sentenza di primo grado emessa nel 2022. La Corte d’appello straordinaria del Tribunale penale federale, riunitasi a Muttenz (nord-ovest), non ha accolto le richieste della Procura, che all’inizio di marzo aveva chiesto 20 mesi di detenzione con sospensione condizionale per ciascuno degli imputati.

Un verdetto senza ombre. “La persecuzione della FIFA e di alcuni procuratori svizzeri degli ultimi 10 anni è completamente finita” ha commentato Michel Platini: “La storia è molto semplice: mi è stato impedito di diventare presidente della Fifa”. Lui che, da presidente della Uefa, aveva pianificato di diventare numero uno della Fifa e sarebbe stato il successore certo di Blatter che, all’epoca dello scandalo, era appena stato rieletto salvo poi essere costretto nel giro di pochi giorni alle dimissioni.

L’assoluzione in appello decisa a Muttenz non chiude definitivamente il processo. La Procura potrà infatti presentare un’ultima istanza in cassazione presso il Tribunale federale svizzero, ma la procedura prevede che possa avvenire solo per motivi giuridici limitati. Il peso della doppia sentenza di primo e secondo grado è, insomma, notevole e consente di rileggere la storia recente della più importante istituzione del calcio mondiale a dieci anni dall’esplosione del ‘Fifagate’. Sepp Blatter, la cui era è durata 17 anni dal 1998 al 2015 – periodo durante il quale è stato anche membro del CIO diventando uno dei dirigenti sportivi più potenti del pianeta – è oggi un quasi novantenne senza più alcuna ambizione di riproporsi sulla scena.

Diversa la situazione di Michel Platini, classe 1955, che nel 2015 era nel piano di una carriera dirigenziale in ascesa. Presidente della Uefa, trampolino di lancio verso la Fifa, dopo essere stato calciatore straordinario (tre Palloni d’Oro, un Europeo con la Francia e svariati trofei a livello di club) e poi selezionatore della nazionale francese dal 1988 al 1992 nella seconda delle sue tre vite. “Il mio onore è tornato” ha rivendicato con forza, “ma ora sono troppo vecchio per nuove responsabilità. I dieci anni di persecuzioni nei confronti della Fifa e di alcuni procuratori federali svizzeri sono ormai finiti. Nessuno in Francia credeva che fossi responsabile di nulla. Conosco la storia fin dall’inizio e so che si trattava di un complotto per impedirmi di diventare presidente della Fifa. So che per i miei nemici il tempo era importante. Non gli importa dei 2 milioni: è il tempo. Mi hanno messo da parte per 10 anni. Sanno benissimo di aver vinto. Lo sappiamo noi”.

Le Roi e Blatter sono dovuti comparire nuovamente di fronte ai giudici per rispondere dell’accusa d’aver pagato (Blatter) e ottenuto (Platini) illegalmente una somma di 2 milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro) frodando la Fifa. L’ex nazionale francese era stato consulente del presidente della Fifa tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato di quest’ultimo, con un contratto nel 1999 per pattuire un compenso di 300.000 franchi svizzeri all’anno. Nel gennaio 2011 l’ex calciatore, nel frattempo divenuto presidente dell’Uefa aveva rivendicato un risarcimento di 2 milioni di franchi svizzeri sotto il quale, secondo l’accusa, si celava una fattura falsa. Tesi respinta dagli accusati, per i quali si trattava solo dell’atto conclusivo di un accordo verbale, mai formalizzato, da un milione di franchi svizzeri all’anno.

© Riproduzione Riservata