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Parigi, i misérables poco olimpici di Macron

Parigi, i misérables poco olimpici di Macron

Clochard, immigrati senza fissa dimora, vagabondi assortiti… Parigi ne attrae sempre di più, ma si è deciso di nasconderli: la capitale infatti sta per ospitare le Olimpiadi ed è in corso un’operazione di rimozione coatta di chiunque rovini l’immagine della città, a costo di deportazioni di massa in provincia. Dove vedono arrivare gli «indesiderati», tra la sorpresa e il timore di pericolose tensioni.


Sono stati presentati sotto il segno dell’inclusività e dell’eguaglianza, ma al momento quelle di Parigi si annunciano come le Olimpiadi dell’esclusione. A rimanere fuori dal «circo» che comincerà il 26 luglio prossimo sono, come al solito, gli ultimi: senzatetto, migranti, tossicodipendenti e vagabondi. Ospiti indesiderati in una Ville Lumière tirata a lucido e pronta a mostrare tutta la sua grandeur ai riflettori internazionali che si accenderanno questa estate sulla città, dove sono attesi più di 15 milioni di visitatori. Una manna per gli albergatori, che vogliono recuperare le circa cinquemila stanze a disposizione dei migranti approfittando della massa di turisti e addetti ai lavori che si riverserà in città (con prezzi che si annunciano proibitivi). Fuori discussione mostrare alle telecamere di tutto il mondo la miseria che campeggia sui grandi boulevard o all’ombra della Tour Eiffel, che con il passare degli anni sembra aumentare. In occasione della settima edizione che si è tenuta a gennaio della «Nuit de la Solidarité», durante la quale circa duemila volontari sono andati in giro nelle strade a incontrare e dare assistenza ai meno fortunati, sono state recensite 3.492 persone senza fissa dimora, il 16 per cento in più rispetto all’anno precedente. Così, le autorità corrono ai ripari senza guardare troppo per il sottile. Da mesi i clochard, per la maggior parte stranieri, vengono sgomberati dalla capitale francese per essere ospitati temporaneamente in provincia, lontano dai fasti parigini, mentre le forze dell’ordine fanno sparire le tende e gli accampamenti abusivi sparsi qua e là a Parigi e nelle banlieue (con un’attenzione particolare sulle zone dove sorgeranno i siti olimpici).

Spesso si tratta di minori non accompagnati, come i circa cento adolescenti cacciati a fine marzo da un tunnel situato nel 12imo arrondissement, ai quali non sono state proposte soluzioni alternative. In certi punti, onde evitare il riemergere di tendopoli e baracche, vengono posizionati dei massi spacciati come mobilio urbano, come accaduto sulle rive della Senna dove si terrà la mastodontica cerimonia di inaugurazione dei Giochi durante la quale i 10.500 atleti sfileranno sul fiume a bordo di apposite imbarcazioni. Sono una decina i centri di accoglienza regionali creati lo scorso anno su tutto il territorio dove vengono portati gli indesiderati della capitale, che possono approfittare dell’alloggio per tre settimane. Secondo quanto riportato da Le Parisien, al termine di questo periodo solamente a un terzo degli ospiti viene offerto un alloggio stabile mentre il resto continua a rimanere in una situazione di precarietà. Ma a fare le spese di tale politica ci sono anche gli studenti, che possono essere inclusi tra le categorie in difficoltà, ai quali verranno requisiti gli alloggi che saranno messi a disposizione del personale delle Olimpiadi. Dopo il via libera del Consiglio di Stato arrivato a fine dicembre, circa duemila giovani dovranno lasciare le loro stanze dietro un risarcimento di cento euro e due posti in omaggio per assistere alle prove olimpiche.

Una «pulizia sociale» secondo gli operatori attivi nell’assistenza alle persone in difficoltà, che denunciano un’operazione sistematica lanciata, guarda caso, proprio con l’avvicinarsi del grande evento nella più totale mancanza di trasparenza. A suonare il campanello di allarme è stato il collettivo Le revers de la medaille («l’altra faccia della medaglia», in italiano), dove sono confluite un’ottantina di associazioni e ong attive nella difesa dei diritti umani che da mesi denunciano l’ostilità di Parigi nei confronti dei senza fissa dimora. I volontari lamentano una gestione unilaterale, senza dialogo, e temono per le condizioni fisiche e psicologiche dei senzatetto, sballottati da una parte all’altra del Paese come se fossero pacchi postali. Alcuni di loro riescono anche a scappare e a ritornare nella capitale, dove magari hanno un lavoro in nero che gli garantisce un minimo di sussistenza. Difficile per le associazioni umanitarie riuscire a seguire queste persone per fornir loro l’aiuto necessario. E mentre le autorità parigine si difendono parlando di procedure previste da tempo, cominciano ad arrivare le lamentale dei sindaci francesi che vedono sbarcare nei loro comuni pullman di migranti senza alcun preavviso. Il primo cittadino di Orléans, Serge Grouard, ha denunciato l’arrivo di un bus «da Parigi ogni tre settimane circa, noleggiato dallo Stato, con a bordo tra le 30 e le 50 persone senza domicilio fisso» che sono per la stragrande maggioranza «migranti in situazione irregolare».

«Decisioni di questo tipo sono prese ogni settimana in Francia, perché dobbiamo gestire la condizione di questi migranti che oggi sono in attesa delle procedure di asilo» e tutto questo «non ha niente a che vedere con i Giochi olimpici e paralimpici», ha replicato la ministra degli Sport, Amelie Oudéa-Castéra dai microfoni di France 2. Una posizione confermata anche dal collega delle Politiche abitative, Guillaume Kasbarian, che ha parlato di un «allentamento» volto a far abbassare la pressione sulla regione parigina dell’Île-de-France dove c’è da tempo una crisi di alloggi per i più fragili, che vengono mandati via con l’obiettivo di liberare posti nei dintorni della capitale.

Ma anche in altre città, come Tolosa e Strasburgo, le municipalità si sono ritrovate da un giorno all’altro costrette a gestire decine di arrivi. Una strana coincidenza, visto il tempismo, che fa temere un inasprimento delle politiche sociali destinato a durare nel tempo. Una volta calato il sipario sulle Olimpiadi, la situazione per le fasce più deboli a Parigi potrebbe rimanere tesa con forti ripercussioni nel resto della Francia. Problema che in questo modo rischia di amplificarsi, sfuggendo di mano con conseguenze sociali e securitarie disastrose.

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