Il rientro dalle vacanze è coinciso con l’annuncio di nuove limitazioni per l’accesso ai centri urbani. Un incubo che accomuna gli abitanti di Milano e Roma. Ma non solo.
Bentornati! Con la ripresa completa dell’attività autunnale, torna lo stress delle zone a traffico limitato. Caduti, con la fine dell’estate, i divieti talvolta fantasiosi per arginare l’«overtourism», ecco che si accendono le telecamere delle Ztl per sbarrare le strade alle auto. La strategia delle amministrazioni comunali di ostacolare in ogni modo gli automobilisti prosegue imperterrita. In palio c’è il sogno di metropoli che si svegliano al canto degli uccellini, in cui le persone si muovono a piedi o su silenziosi bus elettrici e l’aria è salubre quanto quella tra i campi incolti. Prendiamo Milano. I residenti hanno appena disfatto le valigie e il sindaco Beppe Sala li ha già gelati con l’annuncio che non intende mollare il progetto di far pagare l’Area C anche nei fine settimana. Probabilmente verrà attuato la prossima primavera, ma è sicuro che si farà. Prima serve il via libera del Consiglio comunale e l’approvazione del piano del traffico urbano. Bazzecole, è convinto il sindaco anche se FdI, Lega e Forza Italia hanno alzato le barricate. Ma non è tutto. Nel mirino di Sala ci sono pure i Suv. Allo studio c’è il pagamento della sosta differenziata in base al peso della vettura. Il modello è quello di Parigi dove il parcheggio per questa tipologia di veicoli tocca i 18 euro l’ora. L’iniziativa nasce da una mozione firmata da una parte della maggioranza che propone di considerare una serie di fattori dalle dimensioni del veicolo, al tempo di stazionamento e all’area urbana di sosta.
Nella foga di moltiplicare i «niet» alle auto, il sindaco ambrosiano è entrato in conflitto con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Il progetto di creare un’area a traffico limitato nel Quadrilatero della moda, dove le auto possano transitare per soli 15 minuti, è stato bloccato. Allo stato attuale, in base al Codice della strada, argomenta il dicastero, è infatti impossibile «il controllo del tempo di permanenza all’interno di una Ztl». Ma Sala ha detto che non intende fare marcia indietro.
Perché stupirsi? Il primo cittadino ha consacrato il suo secondo mandato alla missione di limitare il traffico privato gettando le basi di un futura totale abolizione. Peccato però che allargare i marciapiedi restringendo le strade, aumentare i balzelli d’ingresso e togliere i parcheggi, metta sotto stress chi si muove per lavoro soprattutto se proviene dall’hinterland e non ha alternativa all’auto. Qui si apre un capitolo spinoso. All’allargamento della Ztl non fa da contraltare il potenziamento del trasporto pubblico. I mezzi sono insufficienti e l’Atm, l’azienda che gestisce le cinque metropolitane, 160 linee bus, quattro linee filobus e 17 linee tranviarie, sta perdendo personale. La Filt-Cgil rileva che ogni mese una ventina di dipendenti si licenziano a causa delle basse retribuzioni, assolutamente inconciliabili con il carovita milanese, i turni stressanti e i problemi della sicurezza. Sempre più autisti subiscono aggressioni soprattutto durante le corse notturne. Il «fabbisogno» di Atm è di 300 conducenti ed è stato stanziato un milione di euro per assumerli. Alla fine, però, dopo restrizioni e divieti vari, dopo aver reso un inferno la vita ai milanesi, ci sono i dati dell’Aci che smontano le dichiarazioni del sindaco sull’aria più pulita. L’Automobile Club d’Italia afferma che negli ultimi dieci anni, il numero di veicoli che circola per le strade del capoluogo lombardo è addirittura aumentato fino a sfiorare il milione, di cui 700 mila auto e quasi 200 mila tra moto e scooter. Nel 2013 erano il 5 per cento in meno del 2023 (945 mila veicoli).
La Milano «saliana» è diventata un modello per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. La Capitale però conta appena tre linee metropolitane, un sistema di trasporto pubblico che solo di recente si sta tentando di modernizzare (ma che comunque resta insufficiente) e un servizio taxi sotto la media europea. Eppure il sindaco insiste sulla Fascia Verde, un’immensa Ztl, di ben 205 chilometri quadrati, la più grande d’Europa, capace di includere il centro storico e l’anello ferroviario. Il progetto doveva partire l’anno scorso poi, travolto dalle proteste, il Campidoglio l’ha rinviato di un anno. Ma anche l’avvio a novembre prossimo ha scatenato le polemiche. La città è nel caos tra cantieri aperti per il Giubileo e i lavori di rifacimento della rete tranviaria. Ma pure volendo anticipare la Fascia Verde, pare che le telecamere elettroniche ai varchi non siano ancora pronte. Dovrebbero comminare multe da 163 a 658 euro. Il progetto vieterebbe l’ingresso nell’area, dal lunedì al sabato, h24, a circa 500 mila veicoli, cioè i diesel da euro 0 a 3, i benzina fino a euro 2 poi moto, motorini, quadricicli diesel fino a euro 2 e a benzina euro 0 ed euro 1.
Per «addolcire la pillola» è previsto il «bonus mobilità» (un pacchetto di ingressi, 60 il primo anno, 30 il secondo e poi 5) e il «move-in», una scatola nera posta sul veicolo che rileva i chilometri percorsi e consente una deroga ai divieti. Ma pure questa infrastruttura tecnologica non è ancora predisposta. Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Consiglio comunale dice a Panorama: «Durante la pandemia, con zero traffico, l’Arpa aveva rilevato che il livello di inquinamento non era diminuito e questo dimostra che incidono altri fattori come il riscaldamento. Inoltre, c’è il paradosso che vengono fatti circolare mezzi Ama per la raccolta dei rifiuti vecchi e inquinanti. Tutti vogliamo una città meno caotica, ma allora serve l’alternativa dei mezzi pubblici efficienti. Mi pare che si voglia solo far cassa con le multe». Il risvolto economico non è trascurabile. Il parco auto italiano è vetusto e per un sindaco è facile diventare paladino green. A Napoli sono attive sei Ztl, ognuna con regole e orari diversi. Per esempio, i ciclomotori possono entrare nel Centro Antico ma non nella zona a traffico limitato di Mezzocannone e nell’area pedonale di Piazza del Gesù. A Genova, in centro, Ztl permanente, mitigata solo dagli stalli «Kiss and Buy» per soste brevi. A Chioggia (Venezia), con la fine della pausa estiva, si sono accese le telecamere contro gli ingressi abusivi. Anche i centri minori non sono risparmiati. A Ovada (Alessandria), la Ztl è scattata il 15 settembre e a Moncalieri (Torino), nemmeno una petizione online è riuscita a fermare il sindaco. L’occasione è ghiotta per rimpinguare le casse comunali, aggiudicandosi al tempo stesso la medaglia di difensore dell’ambiente.