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Non tutto si può fare da soli, serve l’aiuto del Signore

Non tutto si può fare da soli, serve l’aiuto del Signore

Rubrica: Pietra d’inciampo

Giorgia Meloni in questi giorni s’è concessa una battuta fuori dai temi prettamente politici e rispondendo a una domanda su un possibile secondo figlio ha detto che i bambini li manda il Signore. Oltre a constatare, con piacere, che c’è qualche politico che non ha la presunzione di pensare di ottenere tutto con le proprie forze, possiamo dire che, forse inconsciamente, la frase della Meloni riscopre un antico insegnamento risalente a qualche millennio fa, quando i maestri del Talmud dibattevano su cosa l’uomo potesse raggiungere con i propri sforzi, cosa invece aveva necessità di uno sforzo ma anche di una preghiera e cosa infine era totalmente nelle mani del Signore.


Il racconto affascinante si trova nel trattato di Taanit – ovvero il trattato dei digiuni – quando il Rabbino Yochanan prende la parola portando questo insegnamento: «Ci sono tre chiavi che sono nelle mani del Santo Benedetto e che non sono affidate a nessun altro. La chiave della pioggia, la chiave per concepire figli e la chiave per la resurrezione dei morti». Si evince, dunque, che solo il Signore può consegnare una vita al grembo di una donna. Del resto, se lui è il Creatore quale creazione più alta di una nuova vita può esserci in questo mondo. Ecco dunque che c’è bisogno di un suo diretto intervento per far sì che il concepimento avvenga. Nell’unione tra un uomo e una donna, infatti, c’è sempre il Signore presente al momento del concepimento. Anche qui ci viene in supporto un altro passo del Talmud che dice, stavolta nel trattato di Niddah: «Ci sono tre soci nella creazione di una persona: il Santo Benedetto, il padre e la madre. Il padre emette il seme bianco, da cui si formano le seguenti parti del corpo: le ossa, i tendini, i nervi, le unghie, il cervello che è nella sua testa, e il bianco dell’occhio. La madre emette il seme rosso, da cui si formano la pelle, la carne, i capelli e il nero dell’occhio. E il Santo Benedetto inserisce in lui uno spirito, un’anima, il suo volto, la vista, l’udito dell’orecchio, la capacità di parlare della bocca, la capacità di camminare con le gambe, la comprensione, la saggezza». Il Talmud si spinge così nella descrizione dettagliata dell’apporto divino non solo in termini spirituali ma anche materiali nella fase di creazione di una nuova vita. Un’intuizione, quella della Meloni, che arriva probabilmente dettata dal suo animo, proprio la parte di sé che, come abbiamo appena letto, deriva dall’intervento divino.

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