Asia Argento, in un suo recente post sui social ha dichiarato di essere «sobria da tre anni» e di aver raggiunto la serenità. Ma non tutti, sui social, le credono.
«Un tempo, se ricordo bene, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori s’aprivano, in cui tutti i vini scorrevano». Sono versi da Una stagione all’inferno, capolavoro del poeta maledetto Arthur Rimbaud (scritto a 19 anni invece di menarselo con gli scherzi telefonici in notturna). Le stagioni all’inferno di Asia Argento sono state molto più di una. Forse una vita intera. Ma è finita. Come annuncia l’attrice: «Oggi compio tre anni di sobrietà. Questa data per me è più importante del mio compleanno. Penso diverso, sogno diverso da sobria. Questa è la mia faccia da quasi cinquantenne finalmente serena». A corredo del post c’è una sua foto con un placido sorriso e la preziosa medaglia degli Alcolisti anonimi. Coraggiosa Asia, una vita spericolata, surfando su onde più alte di quelle da 28 metri affrontate da Sebastian Steudtner in Portogallo. Tra la madre alcolista che la picchiava, le accuse di aver molestato un minorenne, i film assai discutibili (lei che bacia il rottweiler resterà negli annali). Una sopravvissuta: «Ho toccato il fondo», ha detto più volte. Dopo un percorso faticoso, ora è pronta.
A unirsi a noi, schiere di cinquantenni sul viale del tramonto, in ciabatta con la zeppetta in sughero che, signora mia, d’estate rinfresca e aiuta le vene varicose. Noi che abbiamo abbandonato i chiringuitos a Formentera (tanto è un’era finita) e al calar della sera non ci resta che annaffiare i gerani (stiamo esagerando, eh). Comunque il web alla gioiosa notizia l’accoglie in un mondo di rassicuranti e zuccherose banalità: «Si vede che sta bene, è luminosa», «Sei un esempio da seguire», «Sembri dieci anni più giovane», «Traspare dagli occhi il cambiamento». Rimaniamo sempre stupiti di quanto il popolo social non abbia una ceppa da fare: ora che da una foto, forse leggermente corretta, come un caffettino alla sambuca, voi vedete il cambiamento. Sarà. Certo è che l’attrice ne ha passate troppe, fino all’atroce accusa di essere moralmente responsabile del suicidio del suo uomo, lo chef Anthony Bourdain. La rinascita è un trionfo.
La sensibile Carlà Bruni applaude: «Brava tesoro!». Eppure come sempre accade la tua gioia è il rosicamento dei noiosissimi e acidi hater: «Non ce ne frega niente», «Sei sobria, e quindi? Pensa a chi non si è mai drogato e ha affrontato ‘sta vita schifosa», «Faceva la tossica, ora vuole gli applausi», «Stai attenta: la recidiva è sempre dietro la porta». Invece no, noi pensiamo che lei abbia vinto la battaglia. La guerra forse sarà ancora lunga. C’è chi il ruolo di maledetto lo ha cucito addosso, un tatuaggio nero. Tanto che c’è chi si domanda: «Quindi fino a tre anni fa andava in giro per salotti, tv, programmi, delirando? Annamo bene». Asia, c’è tutto un mondo che gira intorno delirando da anni. Forse c’eri anche tu nel mucchio selvaggio, ma a noi piacevi comunque.