Se c’è un aspetto indiscutibile che si deve riconoscere a Roberto De Zerbi è la personalità. Oltre a dare un’identità ben definita alle sue squadre dal punto di vista del gioco, il tecnico bresciano che è anche uno dei candidati per la panchina del Milan della prossima stagione, impone al club dove lavora i suoi metodi. Piaccia o no De Zerbi è così: ha grande rispetto per tutti ma poi decide lui e siccome sta nel calcio da un bel po’ sa come trattare i giocatori, anche se qualche volta capita che ci si scontri platealmente perché è uno che va dritto sulle cose, senza fare tanti giri intorno. Il ritiro è la novità che il tecnico bresciano sta cercando di spiegare ai giocatori e ai tifosi dell’Olympique Marsiglia, protagonista di un disastroso finale di campionato, sia pure interrotto dall’incoraggiante vittoria (5-1) sabato in casa con il Montpellier ultimo in classifica. Un tracollo per il quale lo stesso De Zerbi non ha una spiegazione, come ha detto qualche giorno fa in conferenza stampa: «Alcuni giocatori si sono infortunati, altri hanno avuto un calo di forma… È tutto l’anno che parlo di mentalità, ne ho sempre parlato . A volte bisogna alzare la voce, essere aggressivi, duri con i giocatori. A volte bisogna abbracciarli, parlare con loro, fargli capire le cose in modo diverso. Tutti i giocatori vogliono andare in Champions, sono tutte brave persone. Ma bisogna essere coerenti mentalmente. Manca ancora qualcosa. Nessuno lo fa apposta. La settimana prima del Lens ho aumentato la tensione e l’attenzione, ho fatto rumore, ho interrotto gli allenamenti due volte. A volte funziona, a volte è più difficile».
Nel novembre scorso De Zerbi aveva puntato su una versione ridotta del ritiro, uno stage di coesione nella regione marsigliese che aveva dato i suoi frutti. Stavolta l’allenatore italiano vuole dare un segnale più netto, ed è partito con tutta la squadra, compresi il capitano infortunato Leonardo Balerdi e lo staff medico, per il famoso ritiro. A Roma, tra l’hotel Cavalieri Hilton e il Riano Athletic Center, trenta chilometri a nord della capitale. «Io e il club abbiamo pensato di fare tutto il possibile per raggiungere il nostro obiettivo — ha detto De Zerbi —. Non è una punizione, ma un modo per aiutare la squadra a ritrovarsi, a fare gruppo. Con Pablo Longoria (il presidente) e Medhi (Benatia, il direttore sportivo) abbiamo pensato che trascorrere qualche settimana insieme ci avrebbe aiutato a prepararci meglio per il futuro. I giocatori sono d’accordo. Non cambierà la loro vita, ma può cambiare la loro carriera».