Addio ghiacciai delle Dolomiti. Qualche decade ancora e spariranno del tutto. E con la loro scomparsa verranno probabilmente stravolti alcuni dei paesaggi più belli ai quali siamo abituati nelle nostre passeggiate. Lo afferma a chiare lettere uno studio pubblicato sul giornale accademico The Cryosphere a firma di un gruppo di ricerca tutto italiano costituito da scienziati del Comitato Glaciologico Italiano di Torino, l’Università di Roma Tre, l’Agenzia per la Prevenzione e la Protezione Ambientale (Arpa) del Veneto e la Società Meteorologica Alpino-Adriatica.
I ghiacciai in tutto il mondo hanno perso massa a ritmi allarmanti negli ultimi decenni soprattutto a causa delle temperature globali crescenti e i cambiamenti nel regime nelle precipitazioni. Questa perdita di massa è evidente nella calotta glaciale della Groenlandia o, tra i tanti esempi che si possono fare, nel ghiacciaio Columbia in Alaska, che dal 1980 ha perso venti chilometri di ghiaccio, e nel Parco Nazionale dei Ghiacciai in Antartide, che ha perso l’80 per cento dei ghiacciai dalla fine dell’’800. Tuttavia nessuno aveva effettuato uno studio dettagliato delle nostre Dolomiti, sebbene il ritiro dei suoi ghiacciai sia un fenomeno sotto gli occhi di tutti da tempo.
Il lavoro dei ricercatori italiani si è concentrato specificamente sulle seguenti catene montuose: Popera, Cristallo, Sorapiss, Antelao, Marmolada, Fradusta e Pale di San Martino. La metodologia utilizzata si basava su fotografie aeree che coprivano tre decenni effettuate con il lidar aviotrasportato negli anni 2010-2014 e con rilievi aerei e droni nell’anno 2023. I dati ricavati sono stati elaborati per ottenere una valutazione dei cambiamenti nel tempo dei ghiacciai.
La prima conclusione è che le Dolomiti stanno rapidamente perdendo i loro ghiacciai: l’area totale dei ghiacciai esaminati è passata da circa 4 chilometri quadrati negli anni ’80 a poco meno di 2 chilometri quadrati oggi. In generale, la perdita di massa dal 1980 al 2023 è stata del 56 per cento e del 66 per cento per il ghiacciaio della Marmolada. Il ghiacciaio che ha subito la riduzione maggiore è quello della Fradustacon uno spessore medio diminuito di 50 metri e una riduzione di estensione del 90%”. Siccome non possono più accumulare neve per rifornirsi, essendo al di sotto della cosiddetta “linea di equilibrio glaciale”, i ghiacciai delle dolomiti hanno raggiunto il punto di non ritorno. Il loro destino sembra inevitabile anche se si assume un clima stazionario 1991-2020.
Le fasi finali della scomparsa di questi ghiacciai potrebbero causare eventi parossistici. Quando i ghiacciai si sciolgono definitivamente, dapprima rilasciano grandi quantità di acqua nei fiumi, aumentandone temporaneamente la portata. Ciò può portare a inondazioni stagionali, soprattutto nelle aree dipendenti dall’acqua di fusione glaciale e altri eventi parossistici come la valanga di ghiaccio del ghiacciaio della Marmolada nel luglio 2022. Poi, a lungo termine, I fiumi diminuiscono la loro portata fino a scomparire. Ciò porta a una ridotta disponibilità di acqua, soprattutto nelle aree in cui i ghiacciai sono una fonte d’acqua primaria. Siccome il riscaldamento globale è destinato ad aumentare se non tagliamo le emissioni di anidride carbonica rischiamo di vedere stravolto parte del paesaggio delle dolomiti solcato da piccoli fiumi e ruscelli perenni.