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Cassazione, niente risarcimento per il Bologna: classifica non falsata da Calciopoli

Cassazione, niente risarcimento per il Bologna: classifica non falsata da Calciopoli

I giudici della Suprema Corte chiudono la vicenda della causa intentata dall’allora patron felsineo Giuseppe Grazzoni Frascara. E nella sentenza confermano quanto stabilito dal tribunale di Napoli

Nessuna prova che le frodi sportive, messe in atto o tentate, oggetto dell’inchiesta Calciopoli abbiano alterato in maniera significativa l’esito sportivo della stagione 2004-2005, quella precedente lo scoppio dello scandalo che portò alla cancellazione di due scudetti, con retrocessione in Serie B, per la Juventus. A scriverlo nero su bianco è stata, vent’anni dopo l’inchiesta che ha diviso in due il calcio italiano, una sentenza della corte Suprema di Cassazione (sezione III Civile, ordinanza numero 6116) che, il 7 marzo 2025, ha chiuso per sempre i contenziosi aperti da Bologna e Brescia e dall’allora proprietario del club felsineo Francesco Gazzoni Frascara per vedersi riconoscere in sede civile un risarcimento danni.

Il Bologna era retrocesso in seconda serie al termine di quel campionato insieme a Brescia e Atalanta, al compimento di un lungo confronto nel quale era stato determinante uno spareggio perso contro il Parma, piazzato come i rossoblù a quota 42 punti. La classifica avulsa aveva salvato la Fiorentina e condannato le due emiliane al match dentro o fuori con sconfitta del Bologna. Da qui la scelta di Gazzoni Frascara, nel frattempo scomparso nell’aprile 2020 all’età di 84 anni, di impugnare in sede civile il processo penale del Tribunale di Napoli per vedersi riconoscere dalla Juventus e dagli altri imputati un congruo risarcimento.

Cassazione, niente risarcimento per il Bologna: classifica non falsata da Calciopoli

Ricorso poi ritirato dal Bologna, con la nuova gestione, ma rimasto attivo per la parte riguardante la società Victoria 2000 che all’epoca deteneva il controllo del club. I giudici della Cassazione, respingendo definitivamente le richieste risarcitorie per ragioni legate anche a questioni giuridico-legali, in uno dei passaggi dell’ordinanza ripercorrono, però, uno dei temi caldi dello scandalo Calciopoli e fissano agli atti una verità a questo punto tombale.

Si legge a pagina 33: “Ed è bene mettere in luce che la società Victoria 2000 non si è neppure in minima parte preoccupata di confutare la ricostruzione compiuta dalla sentenza impugnata là dove la Corte d’appello ha esaminato minuziosamente una serie di partite ed è pervenuta, con motivate argomentazioni, alla conclusione per la quale gli eventi di frode sportiva accertati non avevano determinato, in pratica, alcun significativo mutamento della classifica finale”.

In sostanza, l’onere di mettere in relazione quanto emerso dall’inchiesta e dei vari passaggi in Tribunale con la retrocessione del Bologna e, quindi, con il danno economico subito era di chi presentava ricorso. E in ogni caso per i giudici vale quanto stabilito a Napoli: gli eventi di Calciopoli non portarono a un significativo mutamento del risultato sportivo.

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