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Cosa ha detto la prima Juventus di Tudor

Cosa ha detto la prima Juventus di Tudor

Vincere era l’unica cosa che contava e la vittoria contro il Genoa è arrivata. Ma si tratta dell’unica buona notizia nel giorno del debutto del tecnico croato

La Juventus celebra il debutto di Igor Tudor sulla panchina bianconera nell’unico modo utile: vincendo. I tre punti strappati al Genoa sono la notizia migliore per chiudere la settimana dell’esonero di Thiago Motta, delle riflessioni sul progetto abortito dopo soli nove mesi e sul soccorso garantito da John Elkann (presente allo Stadium) sotto forma di un assegno da 15 milioni di euro per garantire piena capacità operativa ai suoi dirigenti a giugno. Poi si vedrà. Ha vinto la Juventus ed era l’unica cosa che contava, a maggior ragione dopo aver visto il Bologna prendersi a Venezia la quinta vittoria di fila consolidando la candidatura a un posto nella prossima Champions League, vitale per i conti juventini.

E’ simbolicamente significativo che la prima firma dell’era Tudor sia stata di Kenan Yildiz, uno dei condannati al purgatorio dell’alternanza campo-panchina dal precedente allenatore. Suo lo spunto che ha spaccato in due la partita, assistito da un colpo di schiena di Vlahovic e da un assist dello stesso Tudor in versione Mourinho: ha recuperato un pallone uscito e obbligato i suoi ad accelerare la ripartenza trovando scoperta la difesa del Genoa. La scossa emotiva che la Juventus aveva bisogno e che il tecnico croato ha profuso a piene mani vivendo la gara costantemente al fianco dei suoi, non solo metaforicamente vista la costante presenza fuori dall’area destinata. Tudor alla Inzaghi, ed è un complimento.

La sua prima in bianconero è stata segnata da alcune scelte chiare ed evidenti. Intanto la difesa a tre, lanciata subito nonostante i due soli allenamenti fatti con il gruppo. Poi la titolarità di Dusan Vlahovic, protagonista però di una prestazione più ombre che luci, e la restituzione di Yildiz al suo ruolo naturale. Non è stata una bella Juventus, non nel complesso e nemmeno in molti interpreti: bocciato ancora Koopmeiners, messo sotto punta, in difficoltà Nico Gonzalez schierato a tutta fascia e come lui anche Kelly che è stato lo stesso Kelly visto anche con Thiago Motta.

C’è stata grande foga e applicazione, ma anche altrettanta confusione e difficoltà ad applicare movimenti e linee di calcio ignoti fin qui. La rosa non è stata costruita per giocare con esterni a tutta fascia, quelli che ci sono hanno caratteristiche più offensive, o che non si possa fare a meno di Weah che ha più gamba degli altri ma che rischia di panchinare quelli con maggiore talento e costo sostenuto per portarli a Torino.

In generale, è stata una Juventus che ha interpretato la sua prima volta badando al sodo: pragmatica e intensa quando ha potuto, attenta in difesa quando il Genoa è cresciuto. C’è un dato significativo che fotografa il cambio delle abitudini ed è il 47% del possesso palla del primo tempo (49% finale) senza concedere alcunché all’orizzontalità del gioco che era uno dei marchi di fabbrica mottiani. Sui social per una settimana è girata la frase di Tudor in cui garantiva di preferire un 4-3 all’1-0: bugie. Lui per primo sapeva di non poter iniziare con un risultato diverso dalla vittoria e si è comportato di conseguenza. Il bel calcio, se ci sarà modo e voglia, verrà.

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