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Svezia, minori arruolati per attaccare Israele. L’ombra dell’Iran

Svezia, minori arruolati per attaccare Israele. L’ombra dell’Iran

Un’inchiesta CNN rivela un inquietante legame tra Teheran e il crimine europeo.

L’Iran ha arruolato bande criminali attive in Svezia per colpire obiettivi israeliani ed ebraici. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla CNN, che rilancia le preoccupazioni delle autorità di sicurezza svedesi, sempre più allarmate dal coinvolgimento di adolescenti in azioni violente, orchestrate da Teheran attraverso intermediari locali. Non si tratta pero’ di un fenomeno nuovo per la Repubblica islamica come ci conferma Ashkan Rostami analista geopolitica di Medio Oriente e Iran:« L’utilizzo di minori da parte della Repubblica Islamica per scopi militari o repressivi non è affatto una novità. Anzi, è una prassi storica che si è evoluta nel tempo, cambiando forma ma non sostanza. Già durante la guerra Iran-Iraq (1980–1988), il regime reclutava attivamente bambini e adolescenti, spesso tramite la milizia dei Basij, una forza paramilitare creata dopo la rivoluzione del 1979. Migliaia di minorenni venivano mandati al fronte, spesso senza addestramento, per attraversare campi minati o compiere assalti suicidi. Le immagini dei giovanissimi con la chiave del paradiso appesa al collo sono diventate simbolo macabro di quell’epoca. Quello che all’epoca veniva presentato come “sacrificio eroico” era, in realtà, una forma sistematica di sfruttamento dell’infanzia a fini ideologici. Questa logica è sopravvissuta e si è adattata. Oggi, i minori non vengono più mandati a morire nelle trincee, ma vengono utilizzati per reprimere il dissenso interno o – come nel caso svedese – per compiere atti violenti all’estero. Durante le proteste del 2022 e 2023 in Iran – quelle del movimento Donna, Vita, Libertà – numerosi minorenni non sono stati solo vittime, ma anche strumenti della repressione. Il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) ha infatti arruolato adolescenti nelle milizie dei Basij, addestrandoli e impiegandoli direttamente per affrontare i manifestanti. Questi giovani venivano mandati in strada con bastoni, pistole a pallini, e in alcuni casi con armi da fuoco vere, con il compito di identificare, picchiare e talvolta sparare sui dimostranti. In molte testimonianze raccolte da attivisti e ONG, si parla di minorenni usati per intimidire i coetanei e mostrare che anche i giovani possono diventare strumenti del regime. Una dinamica perversa che non solo strumentalizza l’infanzia, ma cerca anche di spezzare il legame generazionale tra i giovani che lottano per la libertà e quelli che vengono usati per reprimerli. Altri minori sono stati arruolati per infiltrare le manifestazioni, fare da informatori, o aiutare le forze paramilitari a identificare i manifestanti. Il caso svedese non è un’eccezione, ma l’ennesima evoluzione di una pratica consolidata. Cambia il contesto, ma il disprezzo per l’infanzia resta lo stesso. La Repubblica Islamica ha sempre considerato i minori come strumenti da usare, non come vite da proteggere».

Il Servizio di sicurezza svedese (SÄPO) ha documentato almeno quattro attacchi o tentativi di attacco all’ambasciata israeliana di Stoccolma tra il 2023 e il 2024, tra cui sparatorie e un tentato attentato con esplosivo. Tra i sospetti, diversi sono minorenni. Secondo le autorità, le bande agirebbero su mandato delle unità d’intelligence iraniane, sfruttando giovani reclutati tramite piattaforme criptate. Uno degli episodi più gravi risale al maggio 2024, quando un quindicenne di Västerås fu arrestato con un’arma da fuoco. Il giorno seguente, un quattordicenne aprì il fuoco nei pressi dell’ambasciata israeliana. Il primo è stato condannato a una pena detentiva minorile, il secondo non è stato processato per la giovane età. Entrambi, secondo i documenti giudiziari, sarebbero stati in contatto con membri della rete criminale che forniva armi, logistica e istruzioni, senza rivelare l’identità dei mandanti. Non si tratta di un caso isolato. Un tredicenne è stato arrestato per aver sparato contro gli uffici svedesi della società israeliana Elbit Systems. Il capo delle operazioni della SÄPO, Fredrik Hallström, ha definito «del tutto oggettiva» l’ipotesi del coinvolgimento diretto di Teheran. Le accuse non sono certo nuove. L’Iran era già stato indicato dalla SÄPO come mandante di attacchi contro la diaspora ebraica, un accusa respinta con forza da Teheran. Ma il primo ministro svedese Ulf Kristersson, a gennaio 2025, ha alzato i toni, parlando di «attacchi gravi» compiuti da bande organizzate su mandato iraniano. «La Svezia non è in guerra, ma non è nemmeno in pace. Siamo esposti ad attacchi ibridi, che si manifestano attraverso crimini, disinformazione, sabotaggi e l’uso di minori», ha dichiarato Kristersson.

Secondo fonti della CNN, due delle gang più temute – Foxtrot e Rumba – sono coinvolte. I loro leader, Rawa Majid e Ismail Abdo, sono indagati per traffico d’armi, omicidi e reati legati al terrorismo. Majid, nato in Iran, si sarebbe trasferito nel nord dell’Iraq nel 2023. Secondo il Mossad, ora Majid,collabora attivamente con la Repubblica Islamica. Nel marzo 2025, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha sanzionato Foxtrot e Majid per la cooperazione con il Ministero iraniano dell’intelligence (MOIS). Le autorità americane li accusano di aver pianificato attacchi in Europa, incluso il fallito attentato a Stoccolma del gennaio 2024. Anche l’Interpol ha emesso mandati di cattura contro Majid e Abdo. Dietro i crimini, però, si cela un fenomeno ancora più allarmante: il crescente coinvolgimento di adolescenti. Secondo un rapporto del 2025, il 30% dei sospetti in omicidi con armi da fuoco nel 2024 aveva meno di 18 anni. Le gang, denunciano assistenti sociali e criminologi, sfruttano la maggiore clemenza riservata ai minori per affidare loro compiti pericolosi. Il reclutamento avviene attraverso app criptate come Signal, Telegram e Zangi, dove offerte «per commissioni» vengono camuffate con emoji in codice: volpi per Foxtrot, fragole per Rumba, teschi per omicidi. I giovani vengono attratti con denaro facile, abiti firmati e la promessa « di protezione». L’emergenza ha spinto i governi di Svezia, Danimarca e altri Paesi nordici a confrontarsi con Meta, Google, TikTok e Snapchat per chiedere una maggiore moderazione dei contenuti. Ma non tutte le piattaforme, in particolare quelle criptate, hanno collaborato. Anzi. Negli ultimi anni la Svezia sta facendo i conti con un’escalation di violenza legata alle bande criminali. Secondo i dati ufficiali, il fenomeno ha assunto proporzioni preoccupanti, con un’impennata di sparatorie, attentati dinamitardi e incendi dolosi, soprattutto in centri urbani come Borås, Göteborg, Linköping, Malmöe, Norrköping, Örebro, Stoccolma e Uppsala, oltre che nelle rispettive aree metropolitane e il motivo del contendere è il controllo del traffico di droga.

Dal 2012 al 2022, il numero delle vittime da arma da fuoco è più che triplicato, riferiscono i media locali. E anche gli attacchi esplosivi hanno subito un’impennata: si è passati da 149 episodi nel 2023 a ben 317 nel 2024, un trend che segnala una crescente pressione delle gang armate sul territorio. Secondo analisti e intelligence, l’Iran starebbe ora estendendo la sua guerra ombra al suolo europeo, sfruttando reti criminali locali per colpire Israele e i suoi interessi. Oltre a Svezia, anche Germania, Francia e Grecia hanno sventato complotti simili. Negli ultimi vent’anni, la Svezia ha visto incrinarsi uno dei suoi principi fondamentali: la centralità del benessere dei bambini. Un’ondata crescente di violenza tra bande ha messo a dura prova questa priorità. Nel solo 2023 si sono contate 363 sparatorie, con un bilancio di 53 morti, mentre entro novembre dello stesso anno erano già stati registrati oltre 100 attentati dinamitardi legati ai conflitti tra gang. Secondo la polizia, le organizzazioni criminali reclutano anche bambini di appena 11 anni, trasformandoli in sicari. Il crimine organizzato in Svezia rappresenta oggi una vulnerabilità sfruttata da attori statali», ha detto Fredrik Hallström della SÄPO. Una minaccia che si fa sempre più ibrida, invisibile, e con volti sempre più giovani impegnati in azioni criminose e in atti di terrorismo con le istituzioni ebraiche.

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