Banche: scontro Forza Italia-Lega sugli extraprofitti. Al Cdm di domani la resa dei conti
Ansa

Banche: scontro Forza Italia-Lega sugli extraprofitti. Al Cdm di domani la resa dei conti

Tensione nella maggioranza e domani il governo deve approvare il Documento programmatico di bilancio. Ma la frattura va risolta prima di domani sera.

La questione Banche divide la maggioranza. Lega da una parte, Forza Italia dall’altra e in mezzo, a mediare, la premier Meloni. La frattura va risolta entro domani, il tempo è poco. Domani sera, infatti, l’appuntamento è di quelli che contano. Il Consiglio dei Ministri dovrà approvare e inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, primo passaggio cruciale per definire la Legge di Bilancio che verrà varata entro il 20 ottobre. Ma il dissenso interno alla maggioranza sta complicando il quadro, con la Lega che insiste per tassare i profitti straordinari degli istituti di credito, mentre Forza Italia si oppone fermamente.

Le prime scintille nel governo si sono accese quando il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ha ripreso le dichiarazioni del leader Matteo Salvini pronunciate a Pontida: “Far pagare i banchieri, non gli operai”. Crippa ha sottolineato che negli ultimi due anni i primi sette istituti di credito italiani hanno quasi raddoppiato i loro utili, con un +93%. "È giusto ed equo redistribuire la ricchezza", ha affermato, invitando a una maggiore equità fiscale che favorisca i cittadini comuni e non le banche. La proposta di Crippa e Salvini mira a trovare risorse aggiuntive per finanziare misure cruciali come il taglio del cuneo fiscale (che “diventerà strutturale” con questa manovra secondo le dichiarazioni di Claudio Durigon sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega) e la riforma dell'Irpef, entrambe promesse dal governo Meloni.

Tuttavia, il dissenso di Forza Italia è netto. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader azzurro, ha definito la tassa sugli extraprofitti “una cosa da Unione Sovietica” e ha aggiunto: “Chi fa profitti in una economia sociale di mercato non è un malfattore, ma qualcuno che sa far fruttare il proprio lavoro”. Tajani insiste che colpire i profitti bancari danneggerebbe la competitività del sistema economico italiano. “Se un imprenditore ha successo, vuol dire che può assumere più persone e aumentare gli stipendi”, ha aggiunto Tajani, facendo appello alla necessità di preservare la fiducia del mercato.

La questione degli extraprofitti è parte cruciale della Manovra. Come trovare le coperture per una manovra che vale circa 24-25 miliardi, mentre le risorse attualmente a disposizione ammontano a soli 15-16 miliardi? Per colmare questo gap, il governo sta considerando diverse opzioni, tra cui un aumento delle entrate attraverso il concordato preventivo e ulteriori risparmi di spesa, oltre alla possibilità di una nuova rottamazione delle cartelle fiscali. E ovviamente una spending review, considerata indispensabile. Il ministro dell’Economia Giorgetti da settimane (e negli ultimi giorni a gran voce) chiede tagli ai ministeri. Anche qui tensione, con Tajani che avverte “Non c’è uno che la scrive e gli altri che l’approvano”. Anche su questo è intervenuto Durignon in un’intervista al Corriere della Sera: “Io non credo che per 3 miliardi di tagli complessivi vedremo ministri indossare l’elmetto. Una spending review, un riesame dei progetti nell’ottica di preservare quelli di maggior prospettiva, è normale, oltre che giusta”.

La giornata di domani sarà decisiva per capire quale direzione prenderà la manovra e se la maggioranza riuscirà a ricomporsi sul tema degli extraprofitti. La posizione di Meloni sarà determinante per mettere fine al braccio di ferro tra Lega e Forza Italia. Sarà possibile trovare un compromesso che soddisfi le esigenze di tutte le componenti del governo o il tema degli extraprofitti rischierà di dividere ulteriormente la coalizione? Il tempo stringe e le risposte devono arrivare in fretta.

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Cristina Colli