Billie Holiday: 60 anni fa ci lasciava la regina del jazz-blues
Una voce straordinaria, una vita difficile e tanti capolavori consegnati alla storia della musica contemporanea
Una leggenda della musica contemporanea, una regina del canto jazz blues. Questo è stato Billie Holiday, nata a Baltimora il 7 aprile del 1915 e morta 60 anni fa, il 17 giugno 1959.
Nel 1933 fu notata dal produttore John Hammond che le organizzò alcune sedute in sala d'incisione con il cognato Benny Goodman.
Una vita travagliatissima quella di Billie, violentata a 10 anni e poi prostituta in un bordello di New York.
Per non parlare della dipendenza da alcol e stupefacenti successiva ai primi grandi riconoscimenti.
Tra il 27 novembre ed il 3 dicembre del 1933 incise i suoi primi dischi con l'orchestra di Goodman. S'intitolavano Your Mother's Son-in-law e Riffin' the Scotch.
I due dischi passarono inosservati.
Ma Hammond, che lanciò le carriere di Bob Dylan e di Aretha Franklin, continuò a credere in lei e le procurò un contratto con il pianista Teddy Wilson per l'etichetta Brunswick.
Tali incisioni ebbero successo e le regalarono una grande notorietà.
Tra i brani più importanti della sua carriera, God Bless the Child , Lover man, The man I Love, I love you Porgy, Billy's blues, Fine and Mellow e Stormy Weather.