Allegri, guardie e ladri: è il nuovo Mourinho
La battuta del tecnico della Juventus ha fatto infuriare gli interisti. E' solo l'evoluzione di una strategia comunicativa che ricorda quella dello Special One, applicata alla volata scudetto
Ma quali lepre e cacciatore. Il duello tra Inter e Juventus assomiglia alla rincorsa delle guardie ai ladri, dove nei panni dei primi c'è la Juventus e dei secondi la capolista Inter. Almeno per ora, visto che a breve le gerarchie della classifica potrebbero cambiare, complice anche la trasferta araba della Supercoppa Italiana, e allora davanti si troverebbero i bianconeri e dietro i nerazzurri. Poco male, Max da Livorno ci penserà poi, perché la battuta su "guardie e ladri" gli è uscita troppo bene e adesso può godersi i dividendi dell'innalzamento della strategia comunicativa della pressione sull'avversaria diretta per il titolo.
Non è dato sapere se il tecnico livornese se la fosse preparata o meno. Se sia uscita spontanea, oppure se semplicemente abbia replicato davanti alle telecamere una gag già esibita alle macchinette del caffè della Continassa. Di sicuro, anche senza esagerare in malizia e retro pensieri, Allegri ha trovato un altro modo per mettere il dito nella piaga. Non bastava più ripetere all'infinito che i favoriti sono gli altri, quelli che hanno speso sono sempre gli stessi, costruiti per... e dunque obbligati a vincere lo scudetto. Nel mezzo di un mese di gennaio di veleni tossici, ecco il colpo sotto la cintura.
Se avrà funzionato lo scopriremo col tempo. Di certo a Milano non avranno gradito, così come tutte le allusioni ai budget di mercato non sono piaciute fino allo sfogo televisivo di Acerbi che ha mostrato il lato debole della compagnia, rispondendo pubblicamente a una provocazione legittima e scoperta. I mind games fanno parte dello sport. Anzi, ne sono una delle componenti più affascinanti perché per vincere bisogna essere solidi in tutto, tenuta psicologica compresa.
La Juventus post tsunami societario non ha avuto certamente in partenza la stessa forza dell'Inter, costruita nelle difficoltà economiche ma con un progetto progressivo. Dunque, ha sempre avuto ragione Allegri a rifiutare il ruolo di favorito. Poi, però, c'è il campo con i suoi verdetti inappellabili e ormai da qualche settimana è chiaro che la Juventus può e deve correre per lo scudetto. Il primo a saperlo è proprio lui e per questo lavora anche sulla comunicazione.
Guardie e ladri è una semplificazione brutale delle polemiche dell'inverno. Mette pressione, provocherà (probabilmente) un moto di stizza. Di sicuro compatta il popolo bianconero, alimenta la strategia del fortino con fuori i nemici, tanti, indirizza messaggi alla classe arbitrale. Cristallizza il paradosso per cui, dopo decenni nella parte dei ladri, oggi c'è qualcuno direttamente dalla Juventus che - nel non detto, ma fino a un certo punto - quel marchio lo riserva agli altri. Che sono gli avversari di sempre. Se non fosse perché viene da Livorno e non da Setubal, ci sarebbe il sospetto che dietro la maschera di Allegri si nasconda Jose Mourinho. Un maestro nella pratica del mind games. Spesso (non sempre) vincente.