Il 2023 del calcio: top e flop
Le cose belle e quelle brutte che ci lascia l'ultimo anno solare del pallone. Che è arrivato a una svolta storica raccontando vicende a loro modo indimenticabili
E' stato un anno calcistico intenso e su ritmi folli, come ormai consuetudine per un mondo che non si ferma mai. Stagione che ha risentito dell'inverno del Mondiale in Qatar, si è obbligato a una lunga corsa fino a giugno e poi finalmente ha tirato un respiro. L'ultimo, visto che fino all'estate 2025 non ci sarà quasi più spazio per riposare tra campionati, coppe e nazionali, tornei vecchi e nuovi di una programmazione che tutti criticano e nessuno corregge.
E' stato l'anno del Napoli e anche del Manchester City, della Superlega e di Ceferin, della Juventus e del Milan. Luci e ombre, storie di personaggi che hanno vinto e perso, oppure anche entrambe le cose in fila, una dopo l'altra. Anno solare - questo 2023 - che si chiude con la promessa di una rivoluzione storica che lo mandi nell'elenco degli anni che hanno cambiato il corso del football. Sarà così? Non è detto che nemmeno il 2024 lo sveli, ma per ora vale la pena pensarlo e osservare l l'effetto che fa.
TUTTI I TOP DEL 2023 DEL CALCIO
Come mettere in fila i 5 migliori momenti calcistici del 2023? Provando a ordinarli per valore in senso assoluto e per impatto emotivo regalato. Impossibile, allora, non partire dallo scudetto del Napoli che ha rotto un digiuno lungo 33 anni nella città che viveva ancorata al ricordo di Diego Armando Maradona. Non è stato un semplice successo, è stata una cavalcata lunga dieci mesi che ha consentito al popolo partenopeo di gustarsi fino in fondo il sapore del trionfo. De Laurentiis, Giuntoli, Spalletti, Osimhen (in rappresentanza di tutti gli altri) gli uomini che hanno fatto l'impresa. Indimenticabile.
Spalletti è anche la firma sul secondo momento da portarsi via del 2023: la qualificazione dell'Italia all'Europeo 2024. Non era scontato per mille motivi e non è stato semplice raggiungerla. La notte della sfida decisiva con l'Ucraina è stata un concentrato di emozioni con anche quel pizzico di fortuna che era mancato a Mancini sulla strada dell'ultimo Mondiale. Bene così, anche se i problemi restano intatti.
Il 2023, però, è stato anche l'anno che ha regalato alla Serie A le tre finali nelle tre competizioni Uefa: Champions League (Inter), Europa League (Roma) e Conference League (Fiorentina). Tutte perse e non tutte meritatamente, se è vero che la Roma è stata nettamente penalizzata a un passo dalla vittoria. La notizie è che siamo tornati grandi con speranza di ripeterci nei prossimi mesi, così da avviare un ciclo virtuoso che proietti tutto il movimento verso il futuro.
Tra i top si prende un posto anche il Manchester City di Pep Guardiola che ha vinto tutto (quasi) quello che poteva vincere: Premier League, Champions League, FA Cup, Supercoppa europea e Mondiale per Club. Facile con i miliardi degli sceicchi? Può darsi, ma intanto bisogna farlo e non tutti i ricconi del calcio europeo ci stanno riuscendo. Dunque, una menzione d'onore la merita.
Chiusura per gli avvocati che hanno convinto la Corte di Giustizia dell'Unione Europea dell'illegittimità del monopolio di Fifa e Uefa. Una sentenza che cambierà, comunque vada a finire, la storia del calcio europeo nei prossimi decenni. Non è detto parta la Superlega, ma l'abbattimento dell'attuale posizione di forza di chi governa il pallone è un segnale forte e che colpisce politicamente un presidente come Ceferin che oggi incarna l'arroccamento sulla poltrona che occupa dal 2016.
TUTTI I FLOP DEL 2023 DEL CALCIO
L'altra faccia della medaglia sono le grandi delusioni. Una su tutte: il modo in cui le scelte sbagliate di De Laurentiis hanno spento subito il sogno di un ciclo del Napoli. Non era semplice fare peggio dopo l'ubriacatura dello scudetto, tra allenatore nuovo, uomini centrali nel progetto in fuga e la sensazione di non essere stato capace di cogliere l'attimo per proiettarsi oltre la festa per un evento storico.
Sul podio dei flop anche l'orribile 2023 del Milan, fotografato da numeri impietosi: un terzo delle partite giocate terminato con una sconfitta e solo 4 su 10 con la vittoria, Pioli uscito dai cuori e dai cori di San Siro, il licenziamento in tronco di Paolo Maldini, il balletto intorno al ritorno di Ibrahimovic nella veste di dirigente in incognito, la lunga catena di infortuni, i tanti milioni spesi sul mercato senza un ritorno accettabile in tempi ragionevoli, l'eliminazione dalla Champions League, il record di derby persi consecutivamente (5) e un senso di smarrimento che andrà cancellato in fretta per non compromettere tutto.
Da dimenticare anche i mesi del processo plusvalenze della Juventus che ha portato all'azzeramento di un'intera dirigenza e all'esclusione da tutte le coppe per i bianconeri. Senza entrare nel merito, l'idea è che si sia trattato dell'ennesima occasione persa per andare al cuore del problema e provare a risolverlo una volta per tutte. L'eredità, invece, è una pratica che prosegue e filoni di inchiesta riguardanti altre società con finali diversi. Non significa "tutti colpevoli, nessun colpevole" ma la necessità di dare un senso logico a una vicenda che ha esposto al mondo il peggio del calcio italiano.
Restando in ambito Juventus, nei flop finisce anche il 2023 di Pogba aperto da infortunato e chiuso da prossimo alla squalifica per doping. Va preso come il simbolo delle tante scelte sbagliate che bruciano montagne di denaro: è successo a Torino e non solo.
A proposito di soldi, tanti, l'ultima citazione è per la fuga di Roberto Mancini verso l'Arabia Saudita nel cuore dell'estate. Al portafoglio non si comanda e non è nemmeno giusto immaginare che altri facciano scelte che non sentono, ma il modo in cui il Mancio ha mollato la nazionale a Ferragosto, con una qualificazione europea in bilico e scaricando la colpa su altri è stato da zero in pagella. Per lui resta immutata l'immensa riconoscenza per la gioia dell'estate di Wembley, ma il finale non è stato all'altezza.