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(Ansa)
Calciomercato

L'intrigo Bayern Monaco-Calhanoglu e le regole dell'Inter (e di Marotta)

Voci raccontano di trattative tra l'agente del turco e la squadra tedesca, tra un procuratore a caccia di soldi e le nuove linee guida dei nerazzurri, che non fanno sconti a nessuno

Quando meno ce lo si aspettava, quando tutto sembrava tranquillo ecco che un temporale si addensa sulla testa dell'Inter. Radio Calciomercato ed i giornali riportano la notizia degli incontri tra il procuratore di Hakan Calhanoglu ed il Bayern Monaco; insomma, i nerazzurri rischiano di perdere il perno del centrocampo, uno dei caposaldi e dei segreti del gioco brillante e dello scudetto.

Il calciomercato però è la stagione delle voci (tante) e delle verità (poche) dentro le quali si possono però scorgere delle cose significative.

Che mezza Europa abbia messo gli occhi sul turco è un dato di fatto, verrebbe da dire una cosa naturale visto il campionato appena concluso da Calha (amatissimo dai tifosi nerazzurri, tra l'altro). Il valore del turco è quindi salito alle stelle ed essendo però a scadenza tra tre anni (il contratto è in scadenza nel 2027) il suo procuratore, Gordon Stipic, non riuscirebbe a monetizzare al momento tutto questo successo. Con una sola alternativa: portare il suo assistito altrove, a caccia di un aumento per il centrocampista, e soprattutto di una ricca commissione pluri-milionaria per se stesso.

E sarebbe proprio questo la ragione dei due presunti incontri avuti con emissari del club bavarese.

In questo c'è incertezza sulle reali intenzioni del giocatore. Calhanoglu ha giurato e spergiurato fedeltà pubblica ai nerazzurri che però, dopo le scottature dei casi Skriniar e Lukaku di certe dichiarazioni non si fidano più. Beppe Marotta, oggi addirittura Presidente della società, su questo è stato molto chiaro: «basta giochetti. CHi vuole andarsene venga in sede a dirlo...». Non solo

La nuova linea societaria è chiara: non ci sono incedibili, non ci sono spazi per giochetti dei procuratori. Una cosa che si è già vista con il rinnovo di Lautaro. La richiesta monstre di ingaggio (12 mln) avanzata dal procuratore dell'argentino, si è scontrata con la volontà ferrea della dirigenza: («9 compresi di bonus, non un euro di più. Se Lautaro se ne vuole andare per 2-3 milioni in più ci porti una squadra ed un'offerta congrua...»). Lo stesso vale per Calha: il turco, il suo agente, hanno tempo entro il 15 luglio per arrivare in sede con un'offerta importante da almeno 70 mln; a quel punto si può cominciare a parlare.

Chiarezza, soldi e tempo. Su questo i nerazzurri non sono più disposti a cedere. Una durezza che di sicuro porterà il giocatore ed il suo procuratore a mettere le carte sul tavolo, per scoprire se c'è un poker o se si tratta di un bluff...

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Andrea Soglio