Il calciomercato (povero) e la fiera delle promesse
A gennaio sarà una sessione all'insegna del risparmio causa crisi Covid. Ma giornali e comunicazione continuano ad illudere i tifosi che tutto sia come prima
Se è vero che i sogni aiutano a vivere meglio, come dice un celebre aforisma, è altrettanto sicuro che di sogni ad occhi aperti si rischia di morire. Soprattutto se si perde di vista la strada maestra che resta sempre quella della concretezza e del pragmatismo. La regola è da tenere a mente ora che ci si avvicina alla sessione invernale del calciomercato con le sue mille voci, suggestioni, trattative vere o presunte tali. Una sessione che sarà molto simile a quella estiva e cioè vissuta all'insegna del "non c'è un soldo da spendere" perché nel frattempo non solo la crisi economica innescata dalla pandemia non si è risolta ma, anzi, sta colpendo ancora più duro i club calcistici. Tutti. Da quelli (ex) ricchissimi del giro della Champions League alla provincia estrema.
Scambi, prestiti, plusvalenze incrociate, diritti o finti diritti di riscatto perché già inserire l'obbligo vuol dire mettere a bilancio una spesa ed è cosa che pochi possono permettersi in questo momento: saranno queste le parole d'ordine del mese di gennaio, declinate in tante lingue quante sono le patrie del calcio. Un anno fa la Serie A a gennaio spese poco più di 100 milioni di euro nel suo totale, ora è lecito attendersi un taglio netto a una cifra già di per sé non elevata.
E' tutto molto chiaro e i tifosi, che nel frattempo stanno vivendo la stessa dinamica, in maniera anche più impattante, su altri aspetti della propria vita quotidiana sarebbero anche pronti a sentirselo dire con franchezza. Nessuna illusione, si fa quello che si può e il mister dovrà metterci del suo nell'adattare quello che ha in rosa senza fare troppo lo schizzinoso. Ecco il discorso chiaro che andrebbe fatto ora che ci si avvicina a gennaio. Qualche dirigente ci sta provando, in maniera a volte brutale: lo ha detto anche Pep Guardiola che pure allena il ricchissimo Manchester City e in estate il Real Madrid - non il Roccocannuccia - ha spero zero euro sul mercato, ma è l'altra parte della comunicazione che viene meno. E che continua a vivere come se ci trovassimo nel 2017, l'anno dei record con il passaggio di Neymar e Mbappé al Psg, e non nel disgraziatissimo 2020 con finestra sul 2021.
Capita così di acquistare e leggere il principale quotidiano sportivo italiano in un giorno poco prima di Natale e scoprire che un allenatore di una grande squadra del Nord, in lotta per lo scudetto, avrebbe messo nella sua letterina a Babbo Natale una lista di desideri (sogni?) per il mercato da non meno di 80 milioni di euro. Gomez, Gervinho, Marcos Alonso, Paredes (ma vorrebbe Sanches), De Paul e Rovella. Con la precisazione che il mercato "sarà autofinanziato", sia chiaro, che di questi tempi e vista la difficoltà a cedere significa dire tutto e il contrario di tutto. Magari quel tecnico avrà anche parte della sua lista dei desideri, che comprende anche la spedizione altrove di giocatori che si trova in rosa. Ma il senso di tutto è che oggi sarebbe servizio utile agli appassionati spiegare che sarà un gennaio con la cinghia tirata. Pochi sogni, che aiutano a vivere meglio, zero salti nel vuoto.