Icardi e i dieci giorni della verità. Se finisse come ha detto lui a maggio?
Una giostra di voci, aperture, smentite e rifiuti che porta dritto a quel messaggio scritto dall'argentino e che nessuno considera
Mauro Icardi lo ha scritto in tempi non sospetti: "Ho già espresso all'Inter la volontà di rimanere perché l'Inter è la mia famiglia. Il tempo dirà chi ha detto la verità. Forza Inter, sempre". Era il 17 maggio scorso. Nel frattempo la famiglia Inter si è allargata e lui è finito ai margini, sempre più distante dal progetto Conte. Non solo. Il club ha fatto di tutto per fargli sapere, anche pubblicamente, che lo vorrebbe lontano da Milano e lui ha vissuto un'estate da separato in casa.
Una posizione scomoda e probabilmente illogica, dannosa per se stesso e per una carriera che a 26 anni potrebbe proseguire altrove restituendogli il campo e quello che sa fare meglio, cioé segnare valanghe di gol.
Questa, però, è un'opinione che può essere condivisa o meno. Il punto è un altro. E' capire perché da mesi si continua a dare credito a ogni voce, spiffero, scenario o trattativa e quelle righe pubblicate su Instagram a maggio sono finite nel dimenticatoio. Come non esistessero. Come non fossero in fondo l'unica testimonianza diretta del pensiero di un calciatore che a tre mesi da quelle parole ha fin qui tenuto fede al proposito.
tratto da Instagram
Al suono del gong del calciomercato (2 settembre) mancano ormai meno di dieci giorni. Saranno frenetici e decisivi. La logica porta a pensare che in qualche modo il nodo Icardi sarà sciolto, perché è difficile immaginare altri mesi da separato in casa, dannosi per se stesso e anche per il club.
Ma la domanda è: se il 3 settembre Icardi fosse ancora all'Inter, senza aver accettato alcuna offerta, non si sarebbe perso tempo a raccontare la vicenda cancellando il punto di partenza del diretto interessato? E, dunque, è così scontato che in caso di un eventuale accordo tra Inter e Juventus su un tavolo di trattativa, quello di Icardi andrebbe considerato un 'Sì' scontato?
Altre 200 ore per la risposta. Magari illogica e sorprendente ma finalmente definitiva.