Zirkzee, dal fallimento inglese alla Juventus: ecco perché conviene
L'olandese sta deludendo al Manchester United dimostrando come la scelta estiva sia stato un flop. Ora Thiago Motta spinge per portarlo in Italia con vista sul futuro
Le lacrime che hanno accompagnato la lenta uscita dal campo di Joshua Zirkzee, sostituito da Amorim prima dell’intervallo contro il Newcastle, segnano un punto di non ritorno che può cambiare le traiettorie di mercato di gennaio. L’attaccante olandese, protagonista un anno fa nel Bologna dei miracoli, non si è integrato per nulla al Manchester United. Giocava poco e male con Ten Haag, gioca pochissimo (e sempre male) ora che in panchina siede Ruben Amorim che lo ha bocciato pubblicamente esponendolo all’umiliazione del cambio prima della pausa di metà partita.
Old Traffod ha sommerso di fischi Zirkzee e la stampa inglese lo ha messo nel mirino bocciandolo come uno dei peggio colpi di sempre in attacco per lo United. Così si è compiuto in sei mesi il destino di uno degli affari caldi della scorsa estate, quando attorno a Zirkzee si erano scatenati appetiti italiani e internazionali. Lo voleva fortemente il Milan, prima di arenarsi davanti alla richiesta di commissioni del procuratore Kia Joorabchian. Ci pensava da lontano la Juventus del suo mentore Thiago Motta, in quel momento impossibilitata a fare qualsiasi tipo di offerta. Alla fine l’aveva spuntata la Manchester rossa mettendo mani al portafoglio: 42,5 milioni di euro al Bologna (di cui metà al Bayern Monaco), 10 all’agente e contratto pluriennale da poco meno di 4 per il giocatore. Un’operazione da quasi cento milioni di euro bruciata da mezza stagione deludente in uno United tra i peggiori della storia.
Ecco perché ora sono cambiate le condizioni e a gennaio Zirkzee si è trasformato da sogno ad opportunità. Non ha spazio nelle scelte di Amorim, è circondato da critiche e scetticismo e difficilmente può risalire la china in Premier League con un club il cui interesse primo è evitare di perdere tutto il denaro investito in luglio. Scenario perfetto per l’assalto della Juventus che ci pensa, eccome, ma che deve fare tutto con la formula del prestito.
Cristiano Giuntoli non ha più budget dopo le spese estive, al netto di qualche cessione con cui raggranellare un gruzzolo da reinvestire soprattutto in difesa per la sostituzione di Bremer e Cabal. E poi c’è da sciogliere il nodo Vlahovic, il cui contratto è in scadenza nel 2026 e che è al centro di una trattativa finita su un binario morto; da febbraio se ne riparlerà con la sensazione forte che si vada verso il divorzio a giugno così da evitare la beffa del parametro zero. Tradotto: in estate la Juventus potrebbe avere lo spazio salariale e i contanti per completare l’operazione, potendo nel frattempo rilanciare Zirkzee a Torino affidandolo alle mani di Thiago Motta che lo ha fatto esplodere al Bologna.
L’olandese preme per trasferirsi in Serie A. Il tecnico non vede l’ora e saprebbe come metterlo al centro del progetto, visto che Vlahovic male si adatta al suo calcio e fin qui è stata l’unica opzione offensiva stante i guai fisici di Milik. Tasselli di un puzzle che si possono completare rapidamente, oppure rimanere sul tavolo se qualcun altro dovesse inserirsi. Con una postilla: la storia ha detto che la scelta di Kia la scorsa estate di inseguire commissioni e ingaggio top è stata deleteria per la carriera dell’attaccante. Un esito che dovrebbe far riflettere ora: meglio altre vetrine dorate o la bottega artigianale di mastro Thiago Motta con vista sul futuro?
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