Caso DAZN: 10 domande per la Lega Serie A
I problemi di visione delle partite, le proteste degli abbonati e le scuse della Ott che annuncia indennizzi. Ma a far discutere è la scelta dei club che hanno spinto per la rivoluzione
Il giovedì di passione degli abbonati di DAZN, andata in down poco prima delle due sfide Sampdoria-Napoli e Torino-Lazio, praticamente oscurate per quasi tutto il primo tempo, ha costretto la Ott alle scuse pubbliche e alla promessa di indennizzo per i tifosi "impattati" dal disagio. Una mossa che difficilmente placherà le polemiche e le proteste, già presenti da inizio campionato per continui episodi di impossibilità di connessione, qualità non sempre elevata delle immagini, ritardi e comportamenti non univoci della App che da questa stagione – fino al 2024 – è diventata la casa della Serie A chiudendo la lunga era di Sky Sport.
Uno stillicidio di problemi che ha provocato l'intervento anche del Parlamento sotto forma di richiesta della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni per impegnare il Governo a prendere tutte le misure, anche normative, per sistemare una situazione che presenta diverse criticità, non solo tecniche ma anche di rilevazione degli ascolti. Non più Auditel, ma un sistema misto DAZN-Nielsen che ha prodotto numeri molto più elevati rispetto a quelli misurati da Auditel fino al +275% di Juventus-Milan, passata da 852.000 a 2,2 milioni di ascolti cumulati. Questioni già nel mirino dell'Agcom cui spetta il compito di vigilare.
Al netto di quanto accadrà a livello tecnico e governativo, però, il primo mese della nuova era del calcio italiano porta ad alcune domande da girare ai proprietari delle società e a chi li rappresenta, la Lega che nella scorsa primavera ha dato il via libera a DAZN evidentemente non facendosi fornire adeguate garanzie. Anche se qualche campanello d'allarme era suonato pure negli anni precedenti, quelli in cui la Ott aveva i diritti di 3 gare a settimana e il paracadute aperto dal canale satellitare ospitato da Sky e utilizzato dalla maggior parte degli utenti. Ecco le domande ai padroni del calcio italiano:
1 – Quali garanzie tecniche ha avuto la Lega da DAZN prima di sceglierla come partner quasi esclusivo fino al 2024?
2 – Esiste un tempo limite entro cui il servizio deve funzionare senza contrattempi?
3 – Esiste nell'accordo una descrizione precisa di quanto e quando DAZN debba investire per rafforzare la propria rete di server?
4 – Esiste nel contratto una clausola d'uscita in caso di inadempienza nel rispetto degli standard tecnici e qualitativi?
5 – La Lega ha la possibilità di forzare un accordo con altro operatore nel digitale terrestre o satellitare, così da avere un backup del segnale aperto a tutti gli abbonati e disponibile come lo è stato il canale 209 di Sky nel precedente triennio?
6 – I club di Serie A hanno condiviso con DAZN il sistema di misurazione degli ascolti che esclude Auditel? Se non è stato condiviso, ne erano almeno a conoscenza?
7 – La Lega è in possesso dei dati ufficiali di abbonamenti DAZN attivati?
8 – Nel caso la Ott denunciasse nei prossimi mesi problemi nel raggiungere il livello di abbonati necessario e si trovasse nella necessità di rivedere il proprio piano, la Lega ha garanzie finanziarie sulla copertura del corrispettivo da 840 milioni a stagione con cui DAZN si è assicurata la Serie A?
9 – Se necessario, la Lega sarebbe in grado di provvedere da subito alla produzione e commercializzazione in autonomia delle partite della Serie A attraverso un canale auto gestito?
10 – Alla luce di quanto accaduto nel primo mese di campionato, i presidenti confermerebbero oggi la scelta di DAZN come partner per l'esclusiva della Serie A?
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