Antonio Conte ha già vinto la Champions League, senza giocarla
I verdetti della prima fase sorridono al Napoli capolista, che pure non è nemmeno sceso in campo. Il motivo? Basta dare un'occhiata a cosa potrebbe capitare a Inter e Atalanta da marzo in poi
Chissà se Antonio Conte ha sorriso vedendosi lentamente allineare i pianeti del suo Napoli nel super mercoledì della Champions League, quello dei verdetti che ha promosso, rimandato o bocciato big e non solo in giro per l'Europa, ma soprattutto ha scritto la traccia su cui chi vuole arrivare a Monaco di Baviera il prossimo 31 maggio si dovrà muovere. Se è vero, come sempre sostenuto da Sarri, che in albergo si può perdere uno scudetto, è altrettanto innegabile che sul divano di casa ci si possa cucire un pezzettino di tricolore anche senza spendere una goccia di sudore.
E' quello che lascia in eredità al Napoli l'ultimo turno della nuova Champions League. Uno scenario che nelle prossime settimane amplificherà il vantaggio di giocare molto meno delle avversarie, potendosi concentrare su una sola gara ogni sette giorni al contrario di Inter e Atalanta. Situazione già nota e metabolizzata da mesi, ma che si acuisce considerato il cammino che dovrà affrontare Simone Inzaghi in primavera: un conto sarebbe stato immaginare incroci soft, frutto del quarto posto (su 36) di una prima fase giocata da big europea, un altro consegnarsi al tour de force che attende i nerazzurri. O, nel caso dell'Atalanta, poter legittimamente immaginare di restare in corsa fino ai quarti di finale e magari oltre.
CHAMPIONS LEAGUE: TUTTI I VERDETTI DELLA PRIMA FASE
Perché? Meglio andare per gradi. Terminare nelle magnifiche otto non ha premiato l'Inter se non cancellando lo sforzo aggiuntivo dei playoff di febbraio. Punto. Il gioco di incastri tra la nuova formula e il risultati delle altre, però, hanno disegnato un tabellone perfido perché quando i nerazzurri torneranno in campo a marzo per gli ottavi di finale si troveranno ad altissimo rischio di derby italiano contro Juventus o Milan.
Le due sono state rimandate con perdite (Conceicao sconfitto a Zagabria e Thiago Motta ricacciato al 20° posto) e hanno il 50% di possibilità di doversi affrontare nel playoff oppure, in alternativa, di vedersela con Feyenoord o PSV. Dal che discende l'alta percentuale per l'Inter di dover affrontare a sua volta un derby fratricida e dall'alto impatto emotivo con gara d'andata incastonata dopo la trasferta a Napoli (2 marzo) e quella di ritorno appena prima di quella a Bergamo (16 marzo). E poi la beffa di finire nel quarto di tabellone che - in caso di qualificazione - porterà in rotta di collisione una tra Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester City, Atletico Madrid e Bayer Leverkusen con il Celtic Glasgow spettatore non pagante.
E' vero che la Champions League è per definizione la competizione dell'eccellenza, ma a Inzaghi sarebbe potuta andare meglio. E' come se la Dea bendata si fosse ripresa quanto concesso nella primavera 2023, quella della corsa fino a Istanbul favorita da un tabellone sbilanciato dall'altra parte.
L'Atalanta, invece, pur rimanendo fuori dalla prime ha avuto in sorte un corridoio che invoglia a non considerare la Champions League come un'avventura passeggera. Playoff contro Sporting Lisbona o Bruges, una sorta di Europa League mascherata, ed eventuale ottavo con Lille o Aston Villa. Impossibile che Gasperini non si faccia ingolosire dall'idea di tornare tra le grandissime d'Europa, anche a costo di perdere qualcosa in campionato.