Le Asl contano più del protocollo: così il Coni ha riscritto Juve-Napoli [DOCUMENTO]
Pubblicate le motivazioni con cui è stato ordinato di giocare la partita saltata per Covid. Un colpo alla tenuta delle regole del campionato
Il Napoli ha rispettato in modo assoluto il protocollo della Federcalcio non prendendo l'aereo per volare a Torino e giocare la partita poi diventata fantasma contro la Juventus, al centro di un'aspra battaglia giuridico sportiva terminata con la decisione del Collegio di Garanzia del Coni di ordinare la disputa dell'incontro. Ha rispettato il protocollo "in assenza di mala fede" e dimostrata "l'infondatezza della tesi del cosiddetto dolo da preordinazione" sostenuta dalla Corte d'Appello che aveva motivato così lo 0-3 a tavolino con punto di penalizzazione, poi cancellati.
Il Documento del Collegio del Coni
Decisione Collegio Garanzia Coni su Juventus-Napoli.pdf
Sono contenute in un documento di 14 pagine le ragioni che hanno spinto il collegio a ribaltare i primi due gradi di giudizio. Pagine che cancellano la linea tenuta dalla giustizia calcistica e che mettono in discussione dalle fondamenta il protocollo della Figc, l'accordo faticosamente trovato in giugno con Comitato tecnico scientifico e ministero della Salute che ha consentito al calcio di rimettersi in moto dopo i mesi del lockdown.
Il passaggio centrale arriva a pagina 13, quando il Collegio del Coni bacchetta i colleghi dei gradi precedenti scrivendo che non hanno tenuto conto "del sistema disegnato dal legislatore emergenziale e, in particolare, del criterio di gerarchia delle fonti". In pratica, il potere delle Asl è superiore a qualsiasi accordo sottoscritto per garantire il funzionamento del campionato scrivendo regole per la gestione delle positività.
Per questo - scrivono i giudici - tutto quello che ha fatto il Napoli nelle ore intercorse tra la scoperta della positività di Zielinski e la mancata presentazione allo Stadium, a partire dalla "richiesta di informazioni e chiarimenti" non solo non sono "un atto preordinato a precostituire un elemento" per non rispettare le norme, ma sono la "diretta applicazione" di quanto previsto dalle regole generali "rispetto alle quali cedono tutte le norme federali incompatibili con le medesime".
Tradotto: nessun protocollo della Figc può impedire a un'autorità sanitaria locale di intervenire a piedi uniti e decidere autonomamente se far giocare o no una partita di calcio. Nello specifico di Juventus-Napoli, secondo il Collegio di Garanzia del Coni la circolare del ministero della Salute citata dallo stesso protocollo prevede la facoltà, non l'obbligo, di applicare la quarantena con la deroga per il giorno delle gara con tamponi effettuati a poche ore dal fischio d'inizio. E le Asl di Napoli hanno esercitato la facoltà contraria di mandare tutti in isolamento, impedendo di fatto la trasferta a Torino.
Le motivazioni del Coni arrivano a poche ore da Milan-Juventus, partita che si è giocata malgrado le positività di 4 giocatori e con il timore di un possibile focolaio in casa bianconera. E' chiaro che la creazione di un precedente come quello di Napoli rende più debole l'impianto delle norme che il calcio si è dato per andare avanti. Cosa accadrà d'ora in poi davanti a squadre con assenze? Quale comportamento terranno con la locale Asl? E quale sarà l'atteggiamento nei confronti della Uefa che prevede una regola identica a quella italiana e fin qui ha punito con partita persa senza concedere deroghe? Interrogativi aperti mentre la stagione entra nella sua fase decisiva, avendo perso parte della sicurezza che riponeva sul documento base del suo ritorno in campo.
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