Conte e Marotta, gli ex amici
Cosa si nasconde dietro i continui duelli tra il tecnico del Napoli e il presidente dell'Inter. Che sono stati il motore vincente di Juventus e nerazzurri, ma ora sembrano aver dimenticato l'antica alleanza
C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano e sicuramente non corto, in cui i due sono stati amici oltre che alleati. Vincenti insieme, mente e braccio dell’avvio del ciclo degli scudetti consecutivi della Juventus. E poi, qualche anno più tardi, motori portanti dell’Inter tornata a dominare.
Entrambi felici di lavorare insieme, l’uno così convinto del valore dell’altro da volerlo con sé anche nella nuova avventura nerazzurra, il secondo così sicuro dell’ombrello protettivo fornito dal dirigente da sposare senza indugio quello stesso progetto.
C’è stato un tempo in cui Beppe Marotta e Antonio Conte sono stati tutto questo. Ricordi che sfumano nel mezzo di un duello scudetto che si sta accendendo oggi tra Inter e Napoli. Attualità che si declina per i due in continui botta e risposta, uno contro l’altro armati delle rispettive dialettiche, utilizzando la pregressa conoscenza, il rapporto di stima e finanche l’amicizia come una clava per rafforzare il concetto.
Non c’è nulla di casuale nelle punzecchiature che il presidente dell’Inter e il tecnico del Napoli si stanno inviando in queste settimane. L’ultima occasione sono state le parole di Marotta che ha definito il Napoli favorito per lo scudetto proprio perché allenato da un mister vincente. Non l’avesse mai detto. Conte ha preso cappello e rispedito tutto il mittente quasi fosse un’offesa: “Se non vincessero lo scudetto loro, non credo che sarebbero contenti e dovrebbero farsi delle domande. Di che parliamo? Hanno due squadre e tre quarti… Il nulla cosmico”.
Chiaramente una provocazione in risposta, molto probabilmente, ha un’altra punzecchiatura. Lo schema si era riprodotto anche nelle convulse ore successive allo scontro diretto di San Siro con l’assalto all’arma bianca di Conte contro gli arbitri. Marotta aveva replicato gelido, spiegando che Antonio fa così: se parla ha sempre un obiettivo.
Guarda caso, la stessa accusa che Conte rivolge a Marotta, accreditandosi come testimone diretto proprio in virtù della convivenza lavorativa alla Juventus e all’Inter. Nessuna sorpresa, insomma. Il duello verbale è solo all'inizio ed è destinato a trascinarsi nei prossimi mesi a meno che una delle due non prenda decisamente in largo, come capitato nell’inverno scorso quando Marotta era alle prese con i colpi di stiletto di un altro ex amico come Allegri.
La sostanza, però, è semplice: siccome i due si conoscono e, aldilà delle parole, si stimano, entrambi sanno di avere nell’altro il nemico più pericoloso sulla strada di uno scudetto per il quale sono state progettate sia Inter che Napoli. Una delle due vincerà. Forse. Perché il rischio è che tutti e due finiscano con il sottovalutare i terzi incomodi che assistono in silenzio alle schermaglie, protetti da pressioni ulteriori, costruendo una stagione che permette di essere storica. È il caso dell’Atalanta che vola trascinato da Gasperini e chissà che non ci sia spazio e tempo anche per Juventus e Milan di rientrare nella grande lotteria dello scudetto.