Coronavirus e calcio; cosa succede alla Serie A
Il cartello apparso allo stadio Bentegodi che annuncia il rinvio di Verona-Cagliari (Ansa)
Calcio

Coronavirus e calcio; cosa succede alla Serie A

I recuperi delle partite rinviate, le coppe, giocare a porte chiuse o in altri stadi. Ecco come reagisce il calcio al Coronavirus

L'emergenza coronavirus in Italia sconvolge lo sport e il campionato di calcio di Serie A in particolare, compresso tra le esigenze di un calendario con pochissimi margini di recupero e l'obbligo di attenersi alle indicazioni delle autorità governative come tutte le altre attività economiche del Paese. Il primo week end di quarantena ha portato alla cancellazione di Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo, Parma-Torino e Verona-Cagliari; misure considerate necessarie e accettate senza troppe discussioni da Figc e Lega Serie A. Da qui in poi, però, si cambia e il nuovo decreto del Governo ha accolto le istanze del mondo del pallone. Impossibile pensare di cancellare altre giornate di Serie A perché nuovi slittamenti avrebbero messo in serio pericolo il campionato, portando anche all'ipotesi della sua non conclusione regolare. Ecco perché in una giornata convulsa prima la Figc e poi il Governo hanno concordato sulla soluzione delle porte chiuse nelle regioni considerate a rischio e indicate dalle autorità competenti.

ECCO COME VERRA' DISPUTATA LA 26° GIORNATA

La richiesta di non fermarsi ha prodotto il via libera alla disputa delle partite a porte chiuse in Lombarda, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Tradotto nel calendario, significa che Milan-Genoa, Parma-Spal, Udinese-Fiorentina e Sassuolo-Brescia si giocheranno a porte chiuse così come il big match scudetto Juventus-Inter. Anche Sampdoria-Verona in programma lunedì 2 marzo è sulla via dello stesso provvedimento, per ora non ufficiale perché tecnicamente le disposizioni governative scadono alla mezzanotte del 1° marzo. Pensare che possa finire diversamente è, però, oggi molto difficile. I club coinvolti nell'emergenza subiranno certamente un danno economico e agonistico perché giocare senza i propri tifosi rappresenta una limitazione, però in questo modo si garantisce almeno la regolarità del torneo. E molti si stanno attrezzando per il rimborso di biglietti e abbonamenti, seppure nella stragrande maggioranza dei casi le condizioni di vendita al pubblico non lo prevedano. A porte chiuse anche Inter-Ludogorets, gara di ritorno dei sedicesimi di finale dell'Europa League.

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«SI NAVIGA A VISTA»

La frase che meglio di tutte sintetizza la situazione di precarietà è quella è espressa dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, per spiegare che si tratta di provvedimenti temporanei e che si naviga a vista. Non significa improvvisazione ma consapevolezza che le porte chiuse potrebbero essere una condizione ricorrente nelle prossime settimane, magari aggiornando di volta in volta l'elenco delle regioni a rischio e di conseguenza degli stadi da chiudere. Non il massimo per un movimento che in questa stagione si stava rilanciando in termini di presenze e di record di incassi, però il compromesso era obbligatorio per non mettere a rischio l'intera tenuta del sistema.

I PROBLEMI DI CALENDARIO

La compressione delle date negli ultimi tre mesi della stagione avrebbe reso difficilissimo programmare i recuperi di altre partite saltate oltre a quelle rinviate nella 25° giornata e che già rappresentano un problema. L'intreccio tra Serie A, Coppa Italia e manifestazioni europee non consente di lasciare indietro troppe gare. La situazione più complicata è quella dell'Inter che potenzialmente potrebbe restare in corsa fino alla finale di Europa League programmata a Danzica mercoledì 27 maggio così come la Roma, mentre Juventus, Napoli e Atalanta puntano a quella di Champions League a Istanbul (30 maggio) e per le prime due è aperta anche la volata per la Coppa Italia. Il caso limite dei nerazzurri è perfetto per chiarire la congestione: se la squadra di Conte dovesse procedere in tutte le manifestazioni potrebbe recuperare la sfida con la Sampdoria solo il 20 maggio, a campionato praticamente finito. Una circostanza che impatterebbe anche sulla regolarità della volata scudetto e di quella per evitare la retrocessione che vede coinvolti i blucerchiati.

QUANDO SI RECUPERANO LE PARTITE?

La programmazione dei recuperi è un work in progress che sta impegnando duramente gli uffici della Lega Serie A. Non c'è solo Inter-Sampdoria ma mezza giornata da risistemare. Come? Inter-Sampdoria potrebbe prendere il posto della semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Napoli (4 marzo) facendo scivolare quest'ultima al 13 maggio quando era prevista la finale, da spostare alla settimana successiva. Si potrebbe prendere la stessa misura anche per Juventus-Milan (5 maggio) così da allineare le due semifinali ma resta il problema dello stadio Olimpico di Roma che va consegnato alla Uefa per la preparazione della gara inaugurale dell'Europeo, in calendario il 12 giugno. Per Atalanta-Sassuolo la data più probabile è il 18 marzo, incastrando le esigenze di Champions League dei bergamaschi e la richiesta di recuperare il più in fretta possibile il match. Torino-Parma potrebbe finire mercoledì 4 marzo (libero per entrambi i club) e Verona-Cagliari essere posizionato l'11 marzo insieme alla partita di Bergamo. Se a porte chiuse o con il pubblico dipenderà dalla situazione.

LE DECISIONI DELLA UEFA

Resta poi l'attività delle coppe europee che non prevedono il rinvio o lo spostamento delle partite. Nel caso dell'Europa League è impossibile perché nell'arco di tre settimane si giocheranno anche gli ottavi di finale. Ecco perché Inter-Ludogorets si disputerà regolarmente giovedì 27 febbraio, a San Siro chiuso al pubblico. Nyon attende disposizioni dalle autorità competenti italiane e lo stesso vale per gli altri club ancora non direttamente coinvolti. Perché l'idea di viaggiare in Italia o di ospitare tifosi che vengono dall'Italia in questo momento preoccupa tanti in giro per l'Europa.

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Giovanni Capuano