Milan, abbandonare De Ketelaere è un errore
Il belga a un passo dall'Atalanta con una formula che metterà il suo futuro nelle mani dei bergamaschi. Un anno dopo i nuovi manager tagliano il cordone ombelicale con l'ultimo mercato di Maldini
Un anno fa Charles De Ketelaere sbarcava a Milano dopo lungo corteggiamento, pagato dal Milan 35 milioni di euro e con appiccicata l'etichetta del nuovo Kakà. Veniva dal Belgio e aveva numeri da talento in procinto di esplodere. Non un ragazzino alle prime armi, ma un calciatore da rifinire e valorizzare e sul quale impostare parte del futuro della squadra di Pioli. Il resto è storia nota. Il primo anno di De Ketelaere è stato un disastro: zero gol e un solo assist, qualche segnale di vita in autunno e un progressivo declino, anche emotivo, dalla fine dell'inverno in poi tanto da finire ai margini delle rotazioni di Pioli che pure su di lui aveva investito tanto in termini di lavoro.
Il nuovo Milan di Furlani e Moncada lo ha messo sulla lista dei partenti. Fuori dal progetto tecnico della prossima stagione, anche se non viene detto apertamente e nemmeno certificato da scelte traumatiche come quelle che hanno accompagnato Rebic e (prossimamente) Origi alla porta. Fuori dal progetto di fatto, perché la maggior parte dei colpi di questa estate finanziata dalla cessione di Tonali al Newcastle riguardano la fase offensiva della nascente creatura di Pioli e semplicemente per De Ketelaere oggi lo spazio non c'è più.
Qui nasce l'idea dell'operazione con l'Atalanta. Un prestito oneroso che aiuta il Milan ad equilibrare i conti subito, liberandosi anche dello stipendio del belga, ma senza alcuna formula di contro riscatto. Il motivo è semplice: Zingonia è bottega artigianale in cui Gasperini lavora per se stesso e per l'Atalanta, non conto terzi. E l'Atalanta evidentemente crede in De Ketelaere e nella possibilità di riaccendere il talento che si è spento nell'inverno milanese.
La domanda è: se ci crede Gasperini che di ragazzi da lanciare se ne intende, perché non lo fa il Milan evitando di salutare per sempre CDK? Ragionando con la logica di oggi, i rossoneri non avrebbero potuto poi godere dei frutti della pazienza esercitata aspettando Leao o Tonali. O del dividendo incassato cesellando Kalulu e Thiaw. E' come se per De Ketelaere il Milan stesse decidendo di rinnegare se stesso e il modo di lavorare delle ultime stagioni.
Può essere che semplicemente CDK sia considerato "irrecuperabile" per una big come il Milan. Il sospetto è che ci sia anche la volontà di tagliare definitivamente il cordone ombelicale con l'epoca Maldini. Del suo mercato fatto con l'autonomia pretesa e ottenuta dopo lo scudetto (la vera ragione del licenziamento del 5 giugno) rimangono solo Pobega e Thiaw, tutti gli altri sono stati spazzati via o lo saranno. Un lavoro di pulizia legittimo ma rischioso, se non altro nel caso di De Ketelaere che potrebbe esplodere a poche decine di chilometri da Milanello e diventare il vero rimpianto dell'era Cardinale.