Lega Serie A, fumata grigia: Simonelli si ferma a un voto dall'elezione
Il candidato unito del fronte di maggioranza affossato da due 'franchi tiratori'. L'ombra di un conflitto di interessi sulla sua figura e cosa potrà accadere in vista della prossima assemblea
Nulla di fatto, come tradizione. La Lega Serie A non è riuscita a darsi il nuovo presidente al primo giro di votazione anche se, sulla carta, i presupposti per eleggere Ezio Maria Simonelli c'erano tutti. Al momento del dunque, però, l'uomo già revisore dei conti in via Rosellini e poi reggente nel 2021, presentato da Galliani e candidato unico di quella che al momento è la maggioranza, ha visto mancare un paio dei 14 voti necessari per chiudere la partita al primo turno. Ne ha raccolti 13, uno in meno del quorum necessario e due rispetto ai 15 accreditati alla vigilia.
Simonelli era ed è sostenuto dalle big (Inter, Juventus e Roma in testa) e da quello schieramento che negli ultimi mesi è uscito allo scoperto mettendo in minoranza l'asse composto da Lotito (Lazio) e De Laurentiis (Napoli) con Empoli, Verona e forse Lecce rimaste vicine. Un fronte capace di sabotare l'opposizione dura e pura alle riforme di Gravina nell'assemblea straordinaria della Figc che ha partorito il nuovo statuto e poi di cristallizzarne l'applicazione mettendo nero su bianco il rifiuto ad andare per tribunali.
Segnali politici forti, ma che non sono stati sufficienti per rompere una tradizione consolidata che vuole la Lega impegnata a oltranza per eleggere un presidente. Fatta la conta, i club hanno deciso di salutarsi per rivedersi più avanti, tra non meno di una settimana come prevedono le norme. Anche alla seconda votazione servirà un quorum di 14 voti che si abbassa a 11 solo dalla terza in poi.
Il dato di fatto è, insomma, che il fronte composto da Atalanta, Inter, Juventus, Bologna, Venezia, Udinese, Roma, Como, Parma, Fiorentina, Monza, Genoa, Cagliari, Milan e Torino ha dovuto subire la defezione di un paio di franchi tiratori. Non è detto sia il sintomo di un nuovo spostamento di equilibri dentro la Lega Serie A; tutto potrebbe essere ricondotto semplicemente a qualche aggiustamento con la necessità di prendere un po' di tempo prima di sigillare la governance.
Non è passato inosservato, infatti, che il presidente uscente Lorenzo Casini abbia dato corpo alle perplessità di chi ha parlato di potenziale conflitto di interessi per Simonelli, legato al suo ruolo di presidente del collegio sindacale di Mediaset che è controllata da Fininvest al pari del Mondo. Un parere è stato chiesto al professor Natalino Irti che ha certificato o l'impossibilità di essere candidato per chi ha rapporti con i proprietari dei club, sulla base dello statuto di Lega dove, però, è anche previsto un termine di 15 giorni per rimuovere post elezione il possibile conflitto.
TUTTE LE NOTIZIE DI CALCIO SU PANORAMA