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(Ansa)
Calcio

Europeo 2024, Italia sufficiente ma serve di più

La qualificazione acciuffata in extremis, tensioni e dubbi di Spalletti, l'attacco che non segna (e non tira), qualche errore di troppo ma anche un cuore grande così. Ora l'ottavo contro la Svizzera per raggiungere l'obiettivo minimo

Sbuffando, tremando, aggrappandoci all’istinto di sopravvivenza. Senza piacere, ma anche raggiungendo l’obiettivo che si era prefissata, la nazionale di Spalletti è atterrata nella seconda fase dell’europeo. Abbiamo chiuso il girone esattamente come pensavamo dovesse andare: secondi alle spalle della Spagna e tenendoci dietro Croazia e Albania.

È stata una sofferenza immane, però stringendo la sintesi al risultato di campo l’obiettivo minimo è stato portato a casa. Ora si volta pagina e la Svizzera (sabato ore 18:00 a Berlino) Sarà un test difficile per una squadra che ha mostrato di avere qualche pregio e tanti difetti.

COSA FUNZIONA NELL'ITALIA DI SPALLETTI

Intanto lo spirito resiliente che ha consentito agli azzurri di uscire non umiliati nel punteggio dalla sfida con la Spagna, fondamentale per non compromettere la differenza reti, e poi di ribellarsi alla sconfitta contro la Croazia. Dal punto di vista morale il gruppo è sano e connesso al suo allenatore, altrimenti si sarebbe arreso alla sconfitta senza inseguire con ferocia il pareggio qualificazione.

Tra le note positive la scoperta a livello internazionale di Calafiori. È stato lui l’uomo del girone d’andata, lanciato da Spalletti dopo la bella stagione nel Bologna e confermato malgrado l’autogol con la Spagna. Un investimento che ha ripagato con gli interessi: Speriamo di rivederlo ancora in campo perché significherebbe aver scavallato gli ottavi che salterà per squalifica.

L’altra nota positiva è lo straordinario europeo che sta giocando Gianluigi Donnarumma. È tornato quello extra lusso del 2021 cancellando sul campo perplessità e polemiche che lo hanno accompagnato nelle annate parigine. È l’unico fuoriclasse a disposizione dell’Italia, fa ridere tornare con la memoria ai dibattiti aperti da chi pensava di poterlo sostituire con Vicario.

Ultima consolazione: raggiunto l’obiettivo minimo della seconda fase è presumibile che da qui in poi la nazionale giochi un po’ più libera di testa. Inutile girarci intorno, la prospettiva di tornare a casa dopo tre partite era una cappa pesantissima sia per il gruppo che per la federazione. Ora arriva il bello.

COSA NON FUNZIONA NELL'ITALIA DI SPALLETTI

Troppa confusione nei moduli e nell’impostazione delle partite. Prima la difesa a quattro, sconfessando quanto provato nelle ultime amichevoli, poi il ritorno a tre a furor di popolo con giocatori spostati di continuo. Spalletti è famoso per la capacità di dare un’identità alle sue squadre, ma quella dell’Italia all’europeo non si è ancora vista e non è detto ci sia tempo per vederla prima della sfida contro la Svizzera.

Lo stesso commissario tecnico è parso nervoso. Troppo. Le pressioni su di lui, così come sui suoi predecessori, sono enormi e l’impressione è che le stia soffrendo. Gravina e Buffon gli sono vicini quasi a protezione, però serve che anche lui allenti la tensione per estrarre tutto il valore possibile da una nazionale che, Donnarumma a parte, ha pochissime eccellenze.

A questo proposito va segnalato che l’attacco non sta producendo nulla in termini di goal. Ne abbiamo segnati tre: un difensore (Bastoni), un centrocampista (Barella) e un esterno (Zaccagni). Scamacca, Retegui e Raspadori hanno fatto scena muta ed è difficile immaginare di andare lontani continuando così.

Non induce ad ottimismo anche la scarsa brillantezza di alcuni giocatori ritenuti indispensabili. Vale prima di tutto per il blocco Inter che è la spina dorsale della nazionale. Le fatiche della stagione si stanno facendo sentire, non è una questione che colpisce solo l’Italia ma per una rosa in cui le alternative di livello sono scarse può diventare un problema insormontabile.

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Giovanni Capuano