Florenzi indagato, torna l'incubo scommesse
Il laterale rossonero nel mirino della Procura di Torino riporta d'attualità lo scandalo costato pesanti stop a Tonali e Fagioli. Ecco cosa rischia e cosa succederà
Il nome di Alessandro Florenzi nell'elenco degli iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Torino - che non ha smentito né confermato la notizia - piomba come un fulmine a ciel quasi sereno sul calcio italiano. E' passato quasi un mese dalla prima ondata dello scandalo delle scommesse illegali e l'assenza di novità sembrava aver convinto tanti che lo tsunami annunciato fosse, nella migliore delle ipotesi, solo un'onda di poco conto. Ora, invece, torna il timore di un contagio a catena che rischia di contaminare tutto il sistema.
Florenzi non faceva parte della lista di Fabrizio Corona, la fonte che ha reso inizialmente pubblica l'inchiesta della procura torinese ricevendo qualche conferma e un paio (almeno) di querele per diffamazione. Gli investigatori non forniscono dettagli, ma il fatto che il suo nome sia associato all'ipotesi di reato di "esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa" e non a quello più grave di frode sportiva lascia intendere che quella dell'ex romanista, oggi al Milan, possa essere una posizione assimilabile a Tonali e Fagioli. Calciatori che hanno ammesso di aver scommesso attraverso siti illegali sul calcio ma senza alterare il corretto svolgimento delle partite della propria squadra. O anche a quella di Zaniolo, che continua a tenere il punto sul fatto di aver speso i suoi soldi e il suo tempo solo in puntate su giochi da banco online e non sul pallone.
Se, come andrà confermato e dimostrato, il milanista è comparso dall'analisi delle chat dei telefonini sequestrati nelle scorse settimane allora il rischio che non si tratti dell'ultimo coinvolto è alto. In ogni caso la Procura della Figc attenderà da Torino conferme e carte per poi muoversi seguendo lo stesso schema che ha già portato alle squalifiche di Fagioli (7 mesi) e Tonali (10) mesi, entrambi attraverso la strada del patteggiamento e dopo aver provato anche di essere vittime di ludopatia tanto da vedersi riconosciuto come pena accessoria l'obbligo di seguire percorsi psicologici di uscita dal vizio e attività a disposizione della Federcalcio per raccontare ai più giovani la propria esperienza.
Tutto passerà, però, dal primo confronto che Florenzi avrà con i magistrati di Torino e successivamente con il procuratore capo della Figc, Giuseppe Chiné. Con un'annotazione in più, visto che a ottobre il numero uno del calcio italiano, Gabriele Gravina, si era speso per chiedere agli eventuali altri coinvolti di fare un passo avanti per facilitare il proprio rapporto con la giustizia sportiva. Nessuno lo ha fatto e ora sarebbe spiacevole se altri nomi emergessero, magari legati ad attività di scommesse vietate dalle norme che puniscono chi abbia puntato su eventi organizzati da Fifa, Uefa e Figc.
Di sicuro l'iter sarà breve come lo è stato per Tonali e Fagioli. La sintesi è semplice: se non si è toccato il calcio non esiste alcun problema a livello di giustizia sportiva. Altrimenti è interesse primo del calciatore presunto scommettitore raccontare come stanno le cose e limitare i danni; si parte da un minimo di tre anni di squalifica (senza patteggiamento) e si può arrivare a stare sotto i 12 mesi.