Gennaio 2025, cosa aspettarsi dal calciomercato
Si apre la finestra invernale che serve per correggere gli errori estivi. La certezza? Ci sono pochi soldi da investire (non solo in Italia) e tradizionalmente i giocatori forti non si muovono...
Apre la finestra invernale di calciomercato, avanti c'è spazio e tempo per chi deve correggere gli errori dell'estate. Non è detto ci siano soldi, ma questa ormai è una costante degli ultimi anni. Se è vero che il calcio internazionale si è ormai lentamente affrancato dal disastro della pandemia, tanti indicatori lo spiegano a partire dall'esplosione dei ricavi dalla vendita di biglietti di stadi sempre più pieni, è altrettanto oggettivo che il business dei trasferimenti non sia ancora tornato ai livelli del 2019.
Dunque, meglio non aspettarsi fuochi d'artificio soprattutto in Serie A. Per avere un parametro di riferimento, nel 2024 l'Italia si è fermata a 82 milioni di dollari spesi, sesto movimento a livello internazionale alle spalle di Francia (291), Inghilterra (184), Germania (151), Spagna (148) e addirittura Brasile (122). E' il segno dei tempi, l'importante è far fruttare al meglio i denari investiti per evitare errori che da inizio febbraio diventano irreparabili.
Mai come quest'anno sono tanti a doversi muovere perché non tutto è filato liscio da agosto in poi. In cima all'elenco c'è la Juventus dei tanti infortuni concentrati soprattutto in difesa: i lungodegenti Bremer e Cabal da sostituire, chi non si è integrato come Douglas Luiz e un vice Vlahovic in attacco perché il serbo non può cantare e portare la croce da solo per tutta la stagione. Cristiano Giuntoli non ha un vero e proprio budget a disposizione anche se la proprietà ha lasciato intendere che farà tutto ciò che serve per supportare Thiago Motta e il nuovo corso bianconero.
Il tema a Torino, così come altrove, è sempre lo stesso: trovare i fondi da reinvestire, studiare formule di finanza creativa che diano la sensazione di alleggerire i costi pur nella consapevolezza che, alla fine, sempre di spese di tratta. Il sacro Graal rimane la qualificazione alla prossima Champions League, sul cui altare anche il presidente più restio a intervenire è pronto a fare un'eccezione alla regola. Quest'anno la corsa è parecchio complicata perché davanti stanno volando in tanti e la quota per il quarto posto minaccia di alzarsi significativamente. Bisogna attrezzarsi, oltre a sperare che le italiane in Europa proseguano come negli ultimi mesi allargando a cinque la rosa delle qualificate.
Uno sforzo dovrebbe farlo anche il Milan, nel mirino della contestazione dei tifosi. La squadra ha deluso e mostrato limiti evidenti, seppure col sospetto che valga molto di più dell'ottavo posto cui si è condannata. Cosa farà Cardinale su consiglio di Ibrahimovic e della sua area tecnica? Senza i ricavi della Champions nessun business plan può essere virtuoso, ragion per cui non sorprenderebbe registrare movimenti intorno a Milanello. Ruolo? Centrocampista di lotta e di governo, non lasciarsi ingannare dalla fiducia per il rientro di Bennacer.
Le altre vanno in ordine sparso. L'Inter guarda con un po' di preoccupazione la fragilità di Acerbi in un reparto che potrebbe essere più corto del previsto. Il Napoli dei 150 milioni investiti in estate da De Laurentiis è quasi perfetto per fare una sola competizione, ma un centrale non guasterebbe a dare una mano a Buongiorno e compagni. L'Atalanta coltiva ambizioni da big e potrebbe regalare a Gasperini un colpo in mezzo (Frendrup?). A Roma c'è chi deve rivoltare la squadra come un calzino - Ranieri - partendo dal destino di Dybala. Troppe cose per troppo poco tempo e troppi pochi soldi. Forse,
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