Figc, Gravina si ricandida nel momento di maggiore forza
Il numero uno della Federcalcio ha rotto gli indugi. Avrà l'appoggio di tutti tranne che della Serie A al cui interno, però, i nemici storici hanno problemi di consenso e non sono mai stati così deboli
Ora è ufficiale, anche se dubbi ne erano rimasti pochi nelle ultime settimane: Gabriele Gravina correrà per la rielezione a presidente della Figc il prossimo 3 febbraio. Sarà il candidato di tutte le componenti del calcio italiano tranne la Serie A, dove gli equilibri in questi mesi si sono molto modificati ma non a sufficienza per convergere sul suo nome.
Gravina ha rotto gli indugi nelle ore del dibattito intorno alla discesa in campo, per ora solo eventuale, di Alessandro Del Piero. Candidato di nessuno, eppure presenza ingombrante in un quadro di veleni e contrapposizioni. L’attuale numero uno della Federcalcio ha sempre saputo di godere dell’assoluta maggioranza elettorale, con qualunque norma compresa quella uscita dalla riforma dello statuto, ma ha provato a lungo a far convogliare sulla sua figura in maniera ufficiale e pubblica anche la Serie A.
Non c’è riuscito, ma il tempo dell’attesa si è comunque concluso. La sua ricandidatura chiarisce l’orizzonte in vista del voto del 3 febbraio. Gravina ha in tasca la rielezione mentre il fronte dei suoi oppositori attraversa un momento di estrema debolezza, testimoniato anche dalla partita per le elezioni del nuovo presidente della Lega Serie A.
Nel massimo campionato c’è oggi una minoranza di club legata a Claudio Lotito, nemico numero uno di Gravina. Quanti? Non più di 4-5, dopo che anche il presidente del Torino Urbano Cairo ha fatto pubblico endorsement per Gravina. I primi riflessi si vedranno nella scrematura dei nomi che finiranno nell’urna a dicembre, quando la Lega Serie A si dovrà dare una nuova governance partendo dalla quasi certezza della non presenza dell’attuale presidente Lorenzo Casini.
Forse anche per la consapevolezza di avere davanti a sé avversari in questo momento deboli, Gravina ha rotto gli indugi. Su di lui pende sempre la vicenda giudiziaria dalla quale ha spiegato di essere sicuro di poter uscire senza macchie ma che, in ogni caso, statuto federale alla mano non gli impedirà di guidare la Figc nel prossimo mandato.
I numeri sono presto fatti. Dalla sua parte c’è il 34% dei dilettanti di Abete cui si unisce il 20% dell’Assocalciatori e il 10% dell'Assoallenatori, il 12% della Lega Pro e il 6% della Serie B. La fotografia della Serie A è invece quella uscita dalle ultime chiamate a raccolta contro Gravina: 12 su 20 società astenute nel voto contro alla riforma dello statuto e 11 firmatarie della lettera per abortire l’ipotesi di un ricorso ai tribunali contro la Figc. Un fronte che si è ingrossato con il passare delle giornate Fino alla scelta di Gravina di annunciare ufficialmente la candidatura.
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