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(Ansa)
Calcio

Guerra nel calcio italiano: Malagò e Abodi parlano, Gravina e Spalletti tremano

Si va verso la fine dell'epoca Gravina contro cui oggi sono arrivate anche le parole del Presidente del Coni, uno che era sempre stato al suo fianco. E rispunta il nome di Abete (oltre alle voci di dimissioni di Spalletti)

Ad agitare le acque, già mosse, del mare del calcio italiano dopo la conferenza stampa del duo Gravina-Spalletti (che in realtà ha poco chiarito sulle ragioni del fallimento clamoroso della nostra Nazionale agli Europei con una delle peggiori partite della storia della maglia azzurra…) oggi ci hanno pensato in due diverse interviste alcuni dei protagonisti principali della scena: Giovanni Malagò e Andrea Abodi.

Il ministro dello Sport, non ha usato mezzi termini: «È stata una resa morale. Non c'è stata reazione, non c'è stato il lampo di quelli che si vedono soprattutto nei momenti difficili…la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui. Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l'autocritica e da qui ripartire. È troppo facile guardare le responsabilità degli altri. Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle». Accuse durissime dirette al presidente della FIGC che ricalcano il segno di un mondo in pieno fermento, anzi, totale ebollizione, ma che, visti i rapporti tra i due (pessimi) erano anche piuttosto prevedibili. Sono per questo più significative quelle del Presidente del Coni, Malagò, che in questi anni è sempre stato dalla parte di Gravina ma che oggi pare prenderne per la prima volta le distanze: «Davanti alla disfatta con la Svizzera ho pensato di essere in una puntata di “Scherzi a parte”. La scena mi è sembrata inverosimile: i giocatori in campo hanno trasmesso la sensazione di frustrazione e umiliazione. Sembrava che neanche se ne accorgessero, perché in genere se sei in difficoltà magari ti fai prendere dalla foga agonistica, invece erano proprio amorfi. Non hanno mai dato l’impressione di metterci anima e cuore. Ho suggerito a Gravina di anticipare le elezioni federali. Mi sono permesso di dirgli che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l’aria si è fatta irrespirabile”.

Parole che hanno dato il via a tutta una serie di voci che oggi mostrano la precarietà della posizione del Presidente Federale e dell’allenatore della Nazionale (di cui al momento è forse l’unico garante in tutta Italia…). Cominciamo quindi con l’anticipo della elezione per il prossimo Presidente Federale previste per la prossima primavera ed invece indette per il 4 novembre. Proseguiamo poi con i primi spifferi secondo i quali Gravina non sarebbe disponibile alla ricandidatura, ma non solo. Ci sarebbe già il prossimo uomo: Giancarlo Abete, per due volte dal 2007 al 2014 già presidente della FIGC e, si dice, toccherà lui stabilire se Spalletti dovrà restare o meno sulla panchina della Nazionale.

In tutto questo al netto delle dichiarazioni, anzi, del vero e proprio bombardamento che sta subendo nelle ultime 24 ore, c’è già chi è pronto a scommettere sulle dimissioni dello stesso allenatore toscano.

Tra 60 giorni gli azzurri torneranno in campo per il prossimo appuntamento in agenda, la Nations League. Questa è l’unica certezza. Tutto il resto è caos, il caos della guerra di cui forse siamo solo agli inizi.

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Andrea Soglio