Ibrahimovic torna, ma non è detto che possa salvare il Milan
Dopo mesi corteggiamento, ecco l'annuncio. Sarà la lunga mano di Cardinale e RedBird sul club, arriva nel pieno di una crisi di risultati che mette in discussione il progetto
Zlatan Ibrahimovic torna al Milan e dopo un corteggiamento durato mesi da parte di Gerry Cardinale adesso è tutto chiaro. Per annunciare al mondo l'inizio dell'era dell'Ibra III il fondo proprietario del Milan ha scelto il Financial Times. Il ruolo? Nella nota che ufficializza la firma si legge che nel Milan "Ibra ricoprirà il ruolo di senior advisor della proprietà", lavorerà "in stretto coordinamento" con proprietà e management e con un "ruolo attivo nelle operazioni sportive e commerciali", occupandosi di "sviluppo dei giocatori e formazione per alte prestazioni" e progetti speciali. Non sarà un ruolo interno al Milan, ma assorbito nel corpo più ampio di RedBird, con funzione di consulente di Cardinale per le questioni sportive e non solo. Da come sarà declinato in concreto l'impegno dello svedese dipenderà molto del successo dell'operazione dal punto di vista calcistico che è quello che maggiormente sta a cuore a milioni di tifosi in preda allo sconforto dopo un 2023 in profondo rosso.
Come si sia potuti passare in meno di due stagioni dall'ubriacatura dello scudetto a un anno solare con 22 partite vinte su 51 giocate è uno dei temi su cui Ibrahimovic dovrà misurarsi. La lettura più facile e maliziosa è che Cardinale abbia deciso di mandare a Milanello un commissario per il contestatissimo Stefano Pioli e, forse, anche per Giorgio Furlani che dal giorno del licenziamento di Maldini ha assunto anche le deleghe di responsabile dell'area sportiva.
E' sua la firma sotto un mercato i cui frutti tardano a vedersi, anche se una bocciatura prima di Natale sarebbe certamente prematura. Zlatan non entra direttamente nel Milan e, dunque, non cambia la forma della direzione aziendale a più teste decisa con l'allontanamento di Maldini, ma è abbastanza normale attendersi che abbia voce in capitolo da qui in poi su scelte tecniche strategiche - mercato e non solo - colmando quel vuoto di competenza calcistica parso evidente sin dai primi momenti della passata estate.
Al Financial Times Ibrahimovic ha dettato queste parole: "RedBird ha collaborato con alcuni dei più grandi atleti, squadre e figure imprenditoriali del mondo per creare attività dotate di significato e impatto. Non vedo l’ora di contribuire alle loro attività di investimento nelle loro attività sportive, mediatiche e di intrattenimento". E l'ad Furlani ha fatto sapere che "portare un leader come Ibra come consigliere nella dirigenza del Milan sottolinea il nostro impegno per il futuro successo del nostro club". Il futuro dirà cosa c'è dietro la chirurgica precisione di queste parole.
Poi c'è la posizione debolissima di Pioli, nel mirino feroce di critica e tifosi. Il tecnico è spalle al muro ormai da settimane e nella scomoda situazione di chi può ricevere qualche beneficio, ma anche molte contro indicazioni, dalla venuta di Ibra. Ad esempio, è tutto da dimostrare che un intervento in spogliatoio dello svedese non finisca per delegittimare e indebolire ulteriormente il tecnico. Anche la tempistica dell'annuncio non aiuta: dopo settimane di tira e molla, arriva alla vigilia di una partita dal cui esito dipende il resto della stagione europea, ricavi per decine di milioni di euro e il fallimento o meno nella competizione vetrina per definizione. E arriva dopo la brutta prestazione con sconfitta di Bergamo. Esattamente come nel dicembre 2019, quasi le lancette del tempo rossonero siano tornate indietro cancellando tutto quello che c'è stato in mezzo.
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