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Ansa
Calcio

Inter flop, è il fallimento di Conte

Nerazzurri quasi fuori in Champions League, senza carattere e gioco come da inizio stagione. Le colpe di un tecnico pagato come un top player

L'Inter perde a San Siro contro il Real Madrid nella notte della verità, quella che doveva consentire di proseguire nel sogno Champions League. Lo fa praticamente senza entrare in campo, dominata da cima a fondo e tradita da molti dei suoi presunti leader, a cominciare da Vidal che l'ha lasciata in dieci per oltre un'ora facendosi buttare fuori per un impeto d'ira punito dall'inflessibile arbitro Taylor. Non c'è nessun alibi, nessuna spiegazione accettabile per il fallimento di una squadra avviata a chiudere prima di Natale il suo percorso nella grande coppa. Zero.

E non c'è nessun alibi per chi questa squadra ha costruito, salvo poi presentarla in questo avvio di stagione in una versione lontana anche da un livello accettabile, scarica nella testa e nel fisico, illogica in campo e nella gestione delle scelte. Ha scelto la metafora del percorso, Conte, per marcare la differenza comunicativa dal furore della scorsa primavera. Ecco, il percorso è finito e il fallimento europeo impone ora scelte dolorose ma necessarie.

CONTE, UN CONTRATTO PESANTE PER L'ESONERO

E' difficile immaginare la soluzione dell'esonero per Conte, ancorato con il suo contratto da un milione di euro netti al mese fino al 2022 a una panchina che già paga profumatamente Spalletti. Ma è difficile pensare anche che l'Inter possa andare avanti così, gettando via tutto il patrimonio di crescita intravisto fino ad agosto.

E' un bivio insidioso quello che attende Marotta e Zhang. Da una parte la certezza di un segno meno pesantissimo dal punto di vista economico, che si innesta su un periodo già complicato per i conti di tutti i club e in una stagione a questo punto quasi certamente deludente come ricavi Champions. Dall'altro la prospettiva di andare avanti su questa strada, con un tecnico che pare svuotato e che non riesce più a trasmettere la scossa ai suoi giocatori. In estate la scelta è stata restare insieme. Non ha pagato.

TUTTI I NUMERI DEL FLOP

I numeri di questo avvio di stagione sono impietosi. L'Inter ha vinto solo 4 delle 12 partite giocate tenendo la porta inviolata solo due volte contro Genoa e Shakhtar Donetsk. Ha incassato una marea di gol (20), sbagliato spesso l'approccio (in 6 occasioni svantaggio iniziale) e mostrato capacità di reazione solo dopo aver subito i primi schiaffi. Ha bruciato un talento come Eriksen, mai integrato davvero e non solo per responsabilità sue, non ha ottenuto nulla dai nuovi arrivi e ha visto appassirsi anche l'esplosività di Hakimi, l'investimento più imponente sul mercato.

In cambio Conte ha offerto una lunga serie di spiegazioni auto assolutorie. Si è aggrappato legittimamente all'anomalia di una preparazione largamente insufficiente, ma si è dimenticato di sottolineare come, evocando infortuni e Covid, la rosa a sua disposizione fosse di gran lunga superiore per qualità e quantità a quella di quasi tutta la concorrenza in Italia. In ultima analisi non è stato il valore aggiunto per cui era stato scelto e pagato caro. Il più pagato della Serie A. Troppo per i risultati messi in fila fin qui.

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Giovanni Capuano