Il verdetto di San Siro: l'Inter è più forte della Juventus
Ansa
Calcio

Il verdetto di San Siro: l'Inter è più forte della Juventus

Un autogol di Gatti manda Inzaghi a +4 su Allegri. Nerazzurri che si possono lanciare verso lo scudetto confermando le sensazioni di tutta la stagione. Bianconeri che non escono ridimensionati

La montagna dello scontro scudetto di San Siro (autogol di Gatti) non partorisce il classico topolino ma un verdetto abbastanza netto, destinato a segnare il resto della stagione e la volata per lo scudetto. Ha vinto l'Inter, capace di costruire il suo successo in un primo tempo comandato e di proteggerlo nella ripresa quando finalmente la sfida si è aperta e la Juventus ha alzato di una decina di metri il baricentro. E' stata una bella partita, con rovesciamenti di fronte ed occasioni ben oltre il punteggio finale. L'Inter ha vinto con merito e il verdetto conferma in fondo quanto era stato spalmato nei primi sei mesi della stagione a livello di sensazione e cioè che Inzaghi abbia in mano una squadra più forte di Allegri.

Centrocampo superiore nel palleggio e nella corsa, varietà di proposta e pulizia di uscita del pallone dalla fase di recupero e un atteggiamento che ha messo in chiaro dall'inizio come l'obiettivo dei nerazzurri fosse prendersi sul campo il diritto di primogenitura nella corsa per il titolo. Se Inzaghi ha qualcosa da recriminare lo deve fare per le tante occasioni in ripartenza che i suoi non sono stati capaci di concretizzare, lasciando così sempre aperta la porta alla Juventus che a sua volta, soprattutto nella ripresa, è stata velenosa tutte le volte che ne ha avuto l'opportunità.

Nella sostanza, la sfida tra Inter e Juventus non ha raccontato nulla di diverso da quanto si sapeva. L'Inter è il maschio Alpha del campionato e a breve avrà dalla sua anche un calendario meno complicato di quello che ha accompagnato il delicato passaggio intorno alla trasferta araba per la Supercoppa. La Juventus ha uno spirito provinciale e un'applicazione nell'organizzarsi che le ha consentito fin qui di volare oltre le proprie possibilità: non esce ridimensionata da San Siro, semplicemente perché il gap con l'avversaria c'è e si è visto.

A quelli che storceranno il naso per il primo tempo senza tiri nello specchio della porta, eventi con pochi precedenti in un match di questo livello, andrà ricordato come solo sacrificandosi così gli uomini di Allegri abbiano poi potuto giocarsi tutto più avanti. Non accontenterà il palato fine di tanti, ma è la lettura tattica che ha spinto fin qui la sua stagione e sarebbe stato anomalo che la cambiasse nella notte che poteva cambiare i valori incidendo sul prosieguo.

Paragrafo a parte per Simone Inzaghi. Ha un gruppo che gioca a memoria e ha interiorizzato le richieste del tecnico. Questa sfida con la Juventus rappresentava una sorta di esame di laurea ed è stato superato a pieni voti. La corsa scudetto non è chiusa e il ricordo del sorpasso subito dal Milan nel 2022 è una ferita non ancora rimarginata, motivo per cui c'è da credere che nemmeno il +4 con l'asterisco lo indurrà a modificare l'approccio alla stagione. Anche se ora torna la Champions League ed è difficile mettere un limite a traguardi ed ambizioni.

PS - Gli occhi di tutti erano su il sestetto scelto da Rocchi per disinnescare il match più difficile dell'anno, arrivato nel momento peggiore possibile per l'AIA e per i fischietti. Maresca, Doveri, Carbone, Giallatini, Irrati e Di Paolo ci sono riusciti. Qualche sporcatura ma questo Inter-Juventus non verrà ricordato per questioni arbitrali. Non è un risultato da poco.

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Giovanni Capuano