Inter, i nuovi padroni
Nerazzurri inarrestabili, ora progettano la fuga. Lo scudetto rischia di restare una cosa a due con la Juventus con chiari segnali di dominio da parte della squadra di Inzaghi (al netto degli errori arbitrali)
Un anno fa di questi tempi il Napoli aveva 38 punti in classifica e stava dando i primi segnali della dittatura che avrebbe imposto al campionato, poi vinto con larghissimo anticipo. Oggi il ruolo dei dominatori se lo sta prendendo l'Inter e il successo sul campo dei campioni d'Italia, netto e indiscutibile al di là delle questioni arbitrali, assomiglia tanto a un passaggio di consegne anticipato. Non è una questione numerica ma di pelle: allora Spalletti aveva già 8 lunghezze di vantaggio sulla prima inseguitrice mentre oggi Inzaghi si trova ancora la Juventus in scia, e anche il MIlan tremebondo e pieno di infortuni non è lontanissimo. E' una sensazione di superiorità che emerge in quasi ogni piega del campionato e che il Maradona ha confermato.
Miglior attacco e miglior difesa, i nerazzurri stanno passando con autorità anche sopra il tratto di calendario che avrebbe dovuto penalizzarli. Hanno vinto due delle quattro trasferte consecutive difficili (Bergamo e Napoli), gestito quella in casa della Juventus e tra due settimane andranno all'Olimpico a fare visita alla Lazio. Le avversarie aspettavano al varco con ambienti convinti che il vento alle spalle di Inzaghi fosse in parte favorito dalla scansione iniziale delle partite, ma il teorema è stato smontato dai fatti.
Al Maradona l'Inter ha vinto anche aiutata da un paio di decisioni sbagliate di Massa. Anche questo è un fatto e va sottolineato, ma nulla toglie alla dimostrazione di forza messa in campo. Inzaghi si è potuto permettere il turn over ampio in Champions League e si è visto con gli infortuni di De Vrij e Dumfries quanto sia servito e quanto sia impegnativa la stagione dei nerazzurri. L'emergenza in difesa è totale (anche se Bastoni sta per rientrare), ma il tecnico ci sta lavorando senza troppi piagnistei e forte di una rosa costruita con grande intelligenza e con un paio di uomini tatticamente multidimensionali come Darmian e Carlos Augusto.
Ad oggi non si vede cosa possa cambiare il quadro del campionato, ma è solo l'inizio di dicembre e c'è spazio per tanti ribaltoni anche perché, al netto delle difficoltà, il Milan è rimasto in scia. Non il Napoli, per il quale il meno 11 fa rima con resa e addio al sogno di confermarsi campione un anno dopo la cavalcata di Spalletti. Tutti gli indicatori in casa De Laurentiis sono negativi: -14 punti, gioco che ha perso fluidità, difesa perforabile (è solo la decima della Serie A) e ambiente depresso. Non è colpa di Mazzarri, che sta cercando di riallacciare i fili, ma è il prodotto di un'estate vissuta malissimo da chi doveva gestire il post scudetto.