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Calcio

Juventus, meno 10 punti. Ma la partita si apre adesso

Bianconeri a quota 59, poi il crollo con l'Empoli che cancella le residue speranze di qualificazione Champions. Dopo le motivazioni la decisione su un eventuale ricorso al Collegio di Garanzia del Coni

Dieci punti di penalizzazione, un verdetto che scaraventa la Juventus ai confini della zona Europa e chiude definitivamente (anche se ci sarà un altro passaggio al Collegio di Garanzia del Coni) il lungo processo sulle plusvalenze bianconere. Meno 10 che significa per la squadra di Massimiliano Allegri ritrovarsi a quota 59 punti dietro a Roma (60), Atalanta (61) e Milan (64). Una stangata superiore al -9 richiesto a gennaio dalla Procura della Figc durante l’udienza per revocazione e inferiore al -15 inflitto allora dalla Corte presieduta dal giudice Torsello e poi rimandata per nuova definizione dopo il passaggio al Collegio di Garanzia del Coni. Certamente una mazzata resa ancora più dura dal crollo in campo contro l'Empoli.

La penalizzazione, infatti, aveva lasciato intatta la chance di prendersi il pass per la Champions League in caso di percorso netto nelle ultime tre giornate del campionato. Finestra chiusa dal crollo al Castellani che è stato emotivo prima che tecnico. E ora la situazione dei bianconeri si è ulteriormente complicata anche nella gestione del secondo filone del processo sportivo. La Corte federale d'Appello ha invece prosciolto Pavel Nedved e gli altri 6 dirigenti bianconeri componenti del cda ma senza deleghe.


Per settimane si è dibattuto intorno al concetto di afflittività della pena, da scaricare su questa stagione sportiva o in ipotesi da traslare sulla prossima. A gennaio la ratio del -9 richiesto dal procuratore capo Giuseppe Chiné, inasprita dalla Corte, era stata mettere la Juventus fuori dall’Europa con una ragionevole certezza. La sentenza-tris sulla carta non garantiva nulla, nemmeno che i bianconeri non si potessero qualificaer per la prossima Champions League sul campo. In linea puramente teorica, scontato il -10 e battendo l’Empoli in una partita che si è giocata con la surreale cappa del verdetto di Roma, la Juventus avrebbe potuto arrampicarsi fino a 68 punti, superando nel confronto diretto il Milan e costringendo i rossoneri a sperare perché potrebbe non sarebbe bastato vincere l’ultima contro il Verona in corsa per non retrocedere.

La Roma si era fatta fuori sciupando la sua chance con la Salernitana mentre l’Atalanta era dietro anche negli scontri diretti. La caduta di Empoli ha inasprito il -10 e spedito la Juventus al settimo posto della classifica che non è detto possa valere nemmeno la Conference League nel complesso intreccio di scenari che comprende anche le finali italiane in Europa e quella della Coppa Italia con protagoniste Inter e Fiorentina. Un vero caos che interseca con le valutazioni anche dei legali bianconeri.

L’udienza davanti alla Corte federale d’Appello presieduta da Ida Raiola, presidente della sezione interna del Tar del Veneto, è durata poco meno di tre ore. Poi la camera di consiglio e il verdetto. Le motivazioni saranno pubblicate nelle prossime settimane: a gennaio ci vollero 10 giorni per avere accesso al ragionamento che aveva portato al -15. E’ probabile che la Juventus si appellerà nuovamente al Collegio di Garanzia del Coni. In un comunicato il club si è detto amareggiato per la sentenza e ha rimandato ogfni decisione alla lettura delle motivazioni. In generale pesa il mancato accordo sul secondo filone, quello relativo a stipendi, partnership sospette e rapporti con gli agenti: l'udienza davanti al Tribunale federale è stata fissata per il 15 giugno con l'obiettivo di arrivare al primo verdetto entro la fine della stagione.

La vera partita si apre adesso. La scelta della Procura Figc di ufficializzare il deferimento della Juventus e dei suoi (ex e attuali) manager per il secondo filone, ufficializzata venerdì scorso in anticipo rispetto a quanto atteso, non ha chiuso all’ipotesi del patteggiamento. I dialoghi non sono stati proficui e non hanno portato a un accordo che soddisfacesse in pieno Procura Figc, Juventus e Procura generale dello Sport presso il Coni: il sentiero si fa più stretto ma sempre possibile. Ad oggi lo scenario è quello di un nuovo processo con eventuale penalizzazione da scaricare sull’attuale campionato senza trascinamenti futuri. Possibile? Sì. Sicuro? No perché la giurisprudenza in materia è contraddittoria.

Soprattutto la manovra stipendi, però, rappresenta terreno minato per i legali bianconeri: l’accusa contesta 17 irregolarità tra il 2020 e il 2021, una quantità che potrebbe spingere Chiné a calcare la mano in sede di richiesta di penalizzazione che è l’orientamento più probabile vista la contestazione dell’ormai celebre articolo 4 sulla slealtà sportiva che è contenuta nel dispositivo di deferimento per i dirigenti (da Andrea Agnelli a scendere) con la Juventus chiamata a rispondere “per responsabilità diretta e oggettiva”. Un accordo potrebbe essere conveniente per il club e, se l’esito del -10 sulle plusvalenze avesse ottenuto nel frattempo il raggiungimento dell’afflittività, potrebbe anche trovare meglio disposto il procuratore Chiné uscito fin qui vincitore dai processi sportivi.

Rimane poi lo scoglio della Uefa. Nyon non vuole la Juventus nelle coppe europee, tanto meno in Champions League, come ha ribadito anche Evelina Christillin in un intervento a udienza da celebrare che è parso poco opportuno perché fatto da un membro della stessa Uefa. Un intreccio di questioni giudiziarie, economiche (in gioco c’è il settlement agreement trovato per rientrare nei paletti del Fair Play finanziario) e politiche, con la disputa sulla Superlega sullo sfondo. Il presidente della Uefa, Aleksandr Ceferin, si attendeva dalla “nuovo” Juventus una dissociazione formale rispetto alle scelte di Andrea Agnelli che non è mai arrivata. Tra qualche settimana la Corte di Giustizia UE renderà pubblico il suo verdetto sul monopolio di Uefa e Fifa. Una Juventus fuori dall’Europa come effetto delle sentenze della giustizia sportiva italiana sarà sufficiente per Ceferin? O esporrà i bianconeri all’effetto domino di più stagioni lontano dall’Europa e dai suoi ricavi che tengono in piedi i bilanci?

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Giovanni Capuano