Chi è Igor Tudor, nuovo allenatore della Juventus
I bianconeri hanno deciso di non aspettare oltre: esonero immediato per Thiago Motta che ha fallito tutto e al suo posto scatto in pole del croato che accetterà di fare il traghettatore fino al termine della stagione
Un duro con il cuore bianconero, disposto ad accettare anche il ruolo di traghettatore senza garanzie. Così Igor Tudor ha fatto lo scatto decisivo verso la panchina della Juventus, in un fine settimana di ribaltoni e ripensamenti in cui la posizione di Thiago Motta si è progressivamente indebolita. Non c'è più margine per il tecnico scelto da Cristiano Giuntoli per avviare il piano triennale della rinascita, nemmeno per giocarsi l'ultima carta nella sfida contro il Genoa alla ripresa dopo la sosta.
A meno di ulteriori e clamorosi colpi di scena, Thiago non sarà più alla Continassa alla ripresa degli allenamenti al termine di tre giorni liberi che sono serviti a proprietà e dirigenti per tirare una riga. Davanti al rischio di vedere ulteriormente compromessa la corsa alla Champions League, vitale per il piano economico oltre che dal punto di vista sportivo, tutti i freni sono stati allentati e in extremis la candidatura di Tudor ha superato quella di Roberto Mancini.
A differenza dell'ex commissario tecnico della nazionale, reduce dalla pessima esperienza alla guida dell'Arabia Saudita, il croato si è detto disponibile a interpretare il ruolo del traghettatore puro senza garanzia: 9 partite per portare la Juventus al quarto posto e poi chissà. Nulla di definito oltre il Mondiale per Club se non la certezza che i bianconeri vogliono essere liberi di scegliere senza prendere impegni a inizio primavera.
Una condizione che Mancini non accettava, avendo messo sul tavolo l'ipotesi di legare la conferma fino al giugno 2026 al raggiungimento dell'agognato quarto posto. Le riflessioni hanno occupato tutta la settimana seguita alla debacle di Firenze che veniva dopo la figuraccia storica in casa contro l'Atalanta: uno 0-7 complessivo, unito alla presa di coscienza della spaccatura tra Thiago Motta e larga parte dello spogliatoio, che ha reso non procrastinabile la svolta nonostante le rassicurazioni di Giuntoli a caldo.
Igor Tudor è già stato sulla panchina della Juventus nella stagione 2020/2021, secondo di Andrea Pirlo con un rapporto trascinatosi nella seconda parte di quell'annata fino alla separazione. Tudor non era stato un semplice collaboratore, non nella percezione interna ed esterna. Da lì, la salvezza con il Verona, grande impresa che lo ha lanciato, il terzo posto alla guida del Marsiglia in Francia e la breve parentesi con la Lazio chiusa con le dimissioni per diversità di vedute con Lotito.
In bianconero anche 174 presenze da calciatore tra il 1998 e il 2007 con due scudetti e due Supercoppe italiane. Uno di casa, insomma, perfetto per unire una tifoseria divisa da due anni di guerre di religione nel nome degli allenatori che si sono succeduti alla Continassa e per cercare di dare alla squadra l'identità mancata lungo tutta questa stagione. Visto il susseguirsi di vertici al massimo livello, è chiaro che l'accelerazione e la scelta siano state avallate anche da John Elkann e dalla proprietà, preoccupata di non riuscire a entrare nella prossima Champions League con il rischio di dover riscrivere (ridimensionandolo) il progetto sportivo ed economico.