Gravina 'grazia' Lukaku: buon senso e ora cambiare la norma
Il presidente della Figc cancella la squalifica al belga dopo l'espulsione nata dalla reazione a provocazioni razziste. Era un caso particolare, ma deve diventare la normalità nel regolamento calcistico
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha deciso che il clamore seguito al caso Lukaku non poteva restare senza risposta. Il suo intervento per 'graziare' l'attaccante belga, cancellando la squalifica che gli avrebbe impedito di giocare la gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, è un gesto di buon senso. Lancia un messaggio chiaro e condivisibile da tutti: non c'è posto per il razzismo negli stadi italiani e non ci deve essere la sensazione che a pagare sia la vittima perché non ha voluto accettare passivamente le provocazioni di un gruppo di imbecilli che ha scambiato la curva di uno stadio per uno sfogatoio senza regole.
Questo è accaduto nel concitato finale della partita di Torino e niente altro. Non era ammissibile la squalifica senza nemmeno sospensiva per l'intero settore dello Stadium, quando i video mostravano una realtà diversa (bene ha fatto la Juventus a far valere con un ricorso le proprie ragioni) ed era difficile trasmettere al mondo l'immagine di un calciatore espulso e poi squalificato per aver cercato di zittire quegli ululati. Tanti o pochi che fossero. L'errore stava a monte e non è ora a valle di una decisione che farà discutere e sarà certamente interpretata da buona parte del popolo bianconero come una conferma di essere invisa al potere politico del calcio italiano.
E' un peccato, perché il caso Lukaku dovrebbe diventare invece la leva per cambiare le regole del gioco. Non punendo di più le società, a maggior ragione quando da tempo combattono violenza e razzismo con tutti i mezzi a loro disposizione come fa la Juventus, ma aggiungendo un piccolo comma alle norme federali. Vieni ammonito o espulso per una reazione umanissima a insulti per il colore della tua pelle? Se anche in campo non c'è stata la sensibilità di accorgersene, può scattare una sorta di "prova successiva" che ti scagiona.
IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA FIGC SULLA GRAZIA A LUKAKU.pdf
Sarebbe valsa per Lukaku, ora graziato da Gravina, e varrà sempre per tutti gli episodi che ogni settimana si continuano purtroppo a raccontare. Chi ha dimenticato i gesti di Kean preso di mira dagli ultras del Cagliari e poi addirittura criticato per essersi ribellato? O Koulibaly espulso nella notte della vergogna a San Siro? Solo per citarne due. Ecco, l'eredità del provvedimento di Gravina deve essere questa: cambiare le norme, dare un segnale concreto oltre che simbolico del rifiuto assoluto che il calcio italiano manifesta nei confronti del razzismo e di chi lo pratica.
Bene ha fatto nei mesi scorsi la Figc a pretendere che le società attive nel prevenire, identificare e punire potessero godere di tutte le attenuanti del caso, innescando così un meccanismo virtuoso. Bene farà, se la grazia a Lukaku non resterà un caso isolato. Solo così potrà essere accolto nel modo giusto da tutti, avversari compresi.
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