Milan-Inter, cosa significa questo derby di Milano
Le squadre in lotta per lo scudetto, il destino di San Siro, le vicende delle due proprietà: ecco perché la stracittadina numero 175 in campionato non è uguale a tutte le altre
La fine della stagione è e resterà lontana, qualunque sia l'esito del derby della Madonnina numero 175 in campionato e numero 300 (conteggio ufficioso) della storia. Raramente, però, una sfida tra Milan e Inter ha avuto questo peso negli ultimi anni perché da troppo tempo le due squadre di Milano si sono abituate a non competere per lo scudetto o a farlo a fasi alterne, quasi mai insieme. Un sortilegio che pare spazzato via nella stagione del crollo della Juventus, del consolidamento della crescita rossonera e del tentativo nerazzurro di rimanere ai vertici dopo essere tornati in primavera a riassaporare il gusto della vittoria.
Benvenuti in Milan-Inter, derby scudetto anche se manca davvero troppo per immaginare che possa essere decisivo. Il Milan ci arriva con 7 punti di vantaggio ed è una dote non da poco, perché aumentarla significherebbe spargere sale sulle ferite della rivale che a tratti esprime ottimo calcio ma non ha ancora ritrovato l'equilibrio, la ferocia e la qualità dell'era Conte. L'Inter si presenta apparentemente con le spalle al muro, ma anche rilanciata dal doppio successo di Champions League che consente in questo momento a Inzaghi di guardare dall'alto in basso il predecessore: stessi punti in campionato, molto meglio in Europa. I problemi, però, nasceranno da qui in poi perché le capolista (Milan e Napoli) corrono spedite e le occasioni perse da Barella e compagni sono già numerose.
E' un derby diverso rispetto a quelli che lo hanno preceduto. Equilibratissimo in un periodo storico favorevole ai nerazzurri, che hanno conquistato 5 degli ultimi 6 confronti diretti, e con il sapore del cambio di gerarchie cittadine e non solo. In palio c'è molto di più dei soli tre punti che assegna la partita, c'è la riuscita dell'ultimo strappo del gruppo di Pioli, partito a fari spenti e scopertosi ormai gigante in mezzo ai grandi. C'è un dato che fotografa meglio di tutti la realtà: da quando il pallone è tornato a rotolare in campo dopo il lockdown nel giugno 2020, le due squadre hanno viaggiato alla stessa velocità di crociera e molto più rapidamente di tutte le altre.
L'Inter ha raccolto 143 punti in 62 partite, il Milan 140 con una gara in meno disputata. La Juventus cannibale, per intenderci, si è fermata a 113, quasi mezzo campionato in meno a livello statistico. Inter e Milan sono semplicemente le due formazioni più forti in Italia in questo momento e la loro è la sfida tra due potenze. Non bisogna farsi trarre in inganno.
Ecco perché nel derby numero 175 di campionato a pesare sarà soprattutto l'aspetto psicologico. Se Pioli dovesse riuscire a battere Inzaghi compirebbe l'ultimo passo verso lo strappo della gerarchia scritta negli ultimi mesi. Sarebbe una sorta di annuncio di rivoluzione, il rovesciamento del potere costituito. Un segnale fortissimo al campionato ma lo sarebbe anche quello contrario e cioè Inzaghi che ferma la corsa di Pioli e riafferma il potere cittadino e non solo. Spalletti e Napoli permettendo, ma per una notte San Siro e solo San Siro è il campo centrale della Serie A.
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