La lezione del Milan alla Champions League
I rossoneri tornano ai quarti dopo un'assenza lunga 11 anni: impresa! Eliminato il Tottenham in una sfida impari dal punto di vista economico nella notte in cui il Psg colleziona l'ennesimo fallimento europeo
Il Milan mancava dai quarti della Champions League da troppo tempo e li ha ritrovati con pieno merito in una notte magica. Ha resistito alla pressione del Totteham, difeso il gol di Brahim Diaz segnato all'andata e sfiorato più degli avversari la vittoria in una sfida in cui per la stragrande maggioranza dei 180 minuti i rossoneri di Pioli sono stati meglio degli Spurs di Conte. Applausi a tutti, a scena aperta perché in una stagione in cui gli obiettivi sono scappati via con troppa fretta, quasi unicamente per colpa dello stesso Milan, la filosofia di lavoro della società tradotta in scelte di campo dal tecnico ha fatto segnare un nuovo, importante, passo avanti.
E' una qualificazione che vale tantissimo questa, non solo per la ventina di milioni di euro che si porta in dote tra premio Uefa e prossimo tutto esaurito a San Siro. Significa la conferma che la strada intrapresa è corretta e che c'è spazio per progredire ancora, che il gruppo è sano e risponde alle sollecitazioni come accaduto per mettere fine alla grande crisi di gennaio che rischiava di bruciare tutto.
Stefano Pioli è l'architetto di questa costruzione. Il Milan gioca un calcio europeo per intensità e cattiveria agonistica, lo faceva col 'vecchio' modulo e sta imparando molto in fretta a farlo anche con la difesa a tre che solitamente ha poca fortuna nelle coppe internazionali. Londra è stata un'altra tappa della costruzione di questa identità, a un livello più alto e sconosciuto per la maggior parte dei rossoneri che si sono affidati alla classe e all'esperienza di gente come Theo Hernandez, Maignan e Giroud. Ma dopo aver visto Kalulu e Thiaw sterilizzare gli attaccanti del Tottenham sia all'andata che al ritorno si può dire che anche le scelte di mercato non sono state così sbagliate come nel momento buio è stato detto.
Pe paradosso ha deluso Leao, l'uomo che ambisce ai palcoscenici e ai soldi della Premier League e che in Europa continua a faticare ad essere decisivo. Il suo score tra Europa e Champions League è una sentenza per un attaccante: 19 presenze, 3 soli gol. Siamo sicuri che valga lo stipendio che va cercando mettendo il Milan in una situazione scabrosa?
A proposito di soldi: esce il Tottenham di Antonio Conte che conferma a sua volta una spiccata idiosincrasia con le manifestazioni che non siano i campionati; in Champions League è arrivato solo una volta ai quarti e risale all'ormai lontanissimo 2013. Per mezzi tecnici ed economici, il suo Tottenham partiva favorito contro il Milan ma la differenza non si è vista. E' accaduto nella notte dell'ennesimo fallimento del Psg, costruito con i miliardi del Qatar col solo scopo di alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Il Bayern Monaco è una corazzata al pari dei parigini, ma il dato storico su cui non c'è margine di discussione è l'uscita del Paris agli ottavi di finale per il secondo anno di fila e per la quinta volta nelle ultime 7 stagioni. Amen.