Milan, il flop in Europa costa oltre 100 milioni
Premi Uefa volatilizzati, meno incassi al botteghino e l'addio al ricco Mondiale per Club: ecco perché gli errori dell'estate penalizzeranno anche Cardinale e la proprietà rossonera - PIOLI PAGA ANCHE COLPE NON SUE
Il fallimento in Europa del Milan di Stefano Pioli rischia di costare carissimo a Gerry Cardinale. L'utile con cui si è chiuso il bilancio al 30 giugno 2023 (6 milioni di euro) potrebbe non essere ripetuto, anche se bisogna ricordare che la cessione di Tonali al Newcastle ha generato una plusvalenza di circa 60 milioni di euro che sarà contabilizzata alla fine di questa stagione e, dunque, dal punto di vista contabile i contraccolpi saranno in larga parte ammortizzati.
Mancare la qualificazione alla seconda fase della Champions League, eventualità più che probabile dopo il ko interno con il Borussia Dortmund, costringerà però RedBird a cancellare una serie di ricavi che un anno fa hanno sostenuto il bilancio in maniera importante. Soldi cui si aggiungono futuri mancati incassi perché una delle mission stagionali per le big di tutta Europa era garantirsi un posto nel ricco Mondiale per Club che debutterà nel giugno 2025 distribuendo un montepremi miliardario alle partecipanti; esserci o no farà tutta la differenza del mondo, anche perché regalerà una visibilità enorme sul mercato degli Stati Uniti.
Quanto può valere l'impatto negativo del flop europeo di Pioli e della sua squadra? Non meno di 110 milioni di euro. Il conto è abbastanza semplice da fare, partendo dai dati di bilancio della scorsa stagione. A giugno il Milan ha contabilizzato ricavi determinati dalla cavalcata in Champions League (terminata in semifinale) per 127 milioni di euro di cui 85 da bonus, premi Uefa, ranking storico e market pool e oltre 42 da ticketing per le serate europee a San Siro. Di questi, almeno 65 sono stati generati nella seconda fase tra premi (32,7), market pool (5) e botteghino (28,1).
A una giornata dalla fine del girone, il Milan ha incassato in queste edizione 42 milioni dalla Uefa e poco meno di 19 per i tutti esauriti contro Newcastle, Psg e Borussia Dortmund. Il totale fa meno 65 milioni di euro almeno. Poi c'è il capitolo Mondiale per Club cui il Milan può arrivare solo proseguendo nella sua corsa in Champions League: non esserci ne costa altri 45-50 garantiti.
La lezione è che al di là degli errori dell'allenatore e della catena impressionante di infortuni, l'importanza strategica di questi mesi è stata, forse, sottovalutata anche da proprietà e dirigenti. Non dotare la rosa di un vice Giroud, ad esempio, ha penalizzato la squadra nelle due gare pareggiate all'inizio contro Newcastle e Borussia Dortmund con l'effetto che, per risparmiare una manciata di milioni, si rischia di bruciarne molti di più.
Come se ne esce? Difficile rimediare ora alla situazione. Si possono, però, trarre due insegnamenti: se dovessero scivolare in Europa League (comunque non scontato), i rossoneri dovrebbero avere l'input di giocarla per cercare di andare il più possibile lontano così da migliorare il proprio ranking in vista del prossimo sorteggio, sperando sia meno penalizzante, e prendere i benefici economici che possono arrivare a 20 milioni di euro. La Juventus di un anno fa, giocando la seconda fase dell'Europa League fino alla semifinale, ne ha contabilizzati 18 tra premi Uefa e ricavi da botteghino.
Poi, magari già dal mercato di gennaio, è necessario adeguare gli investimenti all'importanza della posta in palio. Tradotto: Pioli o chi per lui ha bisogno di rinforzi perché in gioco c'è anche la qualificazione alla prossima Champions League e sbagliare significherebbe bruciare altre decine di milioni di euro. Un danno che diventerebbe difficile da calcolare anche per Gerry Cardinale e il suo gruppo di lavoro.