E' il Milan di Conceicao e Ibra mette la faccia sulla vittoria
Il trionfo in Supercoppa restituisce fiducia e prospettive ai rossoneri: merito del tecnico portoghese mentre il dirigente "sparito" quando la squadra perdeva è tornato a farsi vedere - SUPERCOPPA, IL TRIONFO DI CONCEICAO
La cura Conceicao ha avuto un triplo effetto benefico sul Milan e promette di cambiarne il corso della stagione. Prima di tutto ha consegnato alla bacheca di via Aldo Rossi il trofeo numero 50 della storia del club, il primo dell'era RedBird; vittorie pesante perché spezza il momento di negatività e contestazione intorno a squadra e società consentendo a Cardinale e alla sua dirigenza di prendersi del tempo per provare a riannodare il filo interrotto con il popolo rossonero. Non era scontato vista la situazione di partenza e, anche per questo, aver alzato al cielo di Riyadh la Supercoppa Italiana vale tantissimo.
Secondo effetto benefico: ha restituito vigoria, coraggio e convinzione a un gruppo che si stava spegnendo nemmeno troppo lentamente. Il lavoro di Conceicao sulla testa dei giocatori è stato enorme anche perché compiuto in una settimana tra viaggi e impegni agonistici in cui il Milan aveva tutto da perdere. Ne è uscito un grande capolavoro che avrà ripercussioni benefiche anche sul campionato, dove l'eredità del girone d'andata sciagurato è pesante in chiave corsa alla prossima Champions League.
Conceicao ha anche rimesso al centro del villaggio i giocatori di maggior qualità dello spogliatoio. Non può essere un caso che le risposte migliori le abbia avute da Leao e Theo Hernandez, i due ammutinati della breve era Fonseca. Il quale ha provato a estrarne il meglio usando il bastone e ha perso la sua sfida personale; ora che il successore ha invertito il processo, restituendo al Milan i fari cui aggrapparsi in campo nei momenti di difficoltà, la distanza tra gli errori di prima e il nuovo corso è evidente. Serviranno conferma e continuità, soprattutto nel caso di Leao che ha abituato tutti a vivere di sbalzi di umore e rendimento.
(tratto dal video sull'account ufficiale Milan TikTok)
Il terzo effetto non è detto che sia benefico, ma certamente ha svelato uno dei problemi di Casa Milan di questo periodo. A coppa in mano, ecco che magicamente è ricomparso Zlatan Ibrahimovic per un discorso "motivazionale" post partita in cui lui si è messo al centro e gli altri a fare da contorno. Tutto ripreso e diffuso a reti unificate dai canali social del club. Ora, è vero che la vittoria ha cento padri mentre la sconfitta è orfana (aforisma attribuito a John Keats ma con ispiratori altrettanto nobili), ma il contrasto con lo Zlatan senza voce di tante serate da dimenticare o quello passato per la porta di servizio alla festa dei 125 anni mentre davanti i tifosi contestavano, avrebbero fischiato anche lui, è stato stridente.
Sia chiaro, il senior advisor di Cardinale ha fatto benissimo ad andare a complimentarsi con allenatore e giocatori per l'impresa e anche a chiamare il coretto finale ("Raga al tre Forza Milan... Uno... Due... Tre...") come il miglior Berlusconi di un tempo, ma ora sarà utile un po' di discontinuità con il passato. Anche perché uno dei bachi del sistema è stata proprio la solitudine che ha accompagnato l'esperienza di Fonseca, un senso di abbandono colto benissimo anche all'esterno e che non è piaciuto ai tifosi.
Tradotto: al primo momento di difficoltà - Conceicao per primo sa che ora lo attende un'altra impresa per rimontare - ci si aspetta di vedere Ibrahimovic ugualmente attivo e auto riferito. Ha detto che con il nuovo tecnico deve essere quello che usa la carota mentre SC va di bastone, rovesciando così la narrazione secondo cui Fonseca era un duro in guerra con lo spogliatoio. In mancanza di contraddittorio prendiamo nota.
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