Khvicha Kvaratskhelia e Giovanni Di Lorenzo Napoli
(Ansa)
Calcio

De Laurentiis, scommessa da 150 milioni per Napoli e Conte

La campagna partenopea accelerata per rispettare gli impegni presi con il tecnico, anche andando contro le abitudini di un club che ha sempre fatto il passo lungo come la gamba

La partenza choc in campionato, per quanto il Napoli al debutto al Maradona sia riuscito a rimettersi in piedi cancellando la figuraccia di Verona, ha convinto De Laurentiis ad accorciare i tempi. Non che mancasse ancora molto al gong della sessione di calciomercato (le ore 24 di venerdì 30 agosto), ma l’evidenza dei limiti della rosa consegnata ad Antonio Conte e lo sfogo del tecnico (“Mercato bloccato, situazione difficilissima ma io ho preso un impegno morale e comunque vada sarò qui a lavorare a testa bassa”) hanno suggerito che si andasse oltre le strategie decise a tavolino.

Ecco perché l’arrivo di Romelu Lukaku è diventato realtà anche senza la soluzione del pasticcio Osimhen. E anche il viaggio in Inghilterra per aggiungere McTominay e Gilmour al centrocampo partenopeo ha quasi un senso di liberazione. Doveva essere il Napoli di Conte e sarà il Napoli di Conte, costi quel che costi. Che significa mettere sul tavolo quasi150 milioni di euro in un’unica estate, per ora non coperti da alcuna cessione pesante visto che ben difficilmente Osimhen frutterà una cifra vicina ai 130 milioni della clausola che per due mesi hanno rappresentato le colonne d’Ercole dei pensieri napoletani.

De Laurentiis ha scelto di tradire le sue abitudini per mantenere la parola data a Conte e a Napoli. Marin, Buongiorno, Neres, Lukaku e i due centrocampisti pescati in Premier League: un salto avanti dal punto di vista economico per un club storicamente abituato a cercare di non fare mai il passo più lungo della gamba. ADL aveva a disposizione le riserve accumulate in anni di gestione oculata e a quelle ha attinto per dare a Conte quello che serve. Senza i ricavi della Champions League e di una qualsiasi competizione Uefa, la prossima sarà una stagione di sofferenza alla voce ricavi mentre cresceranno in maniera importante i costi. Un sacrificio che la piazza napoletana dovrà riconoscere al suo presidente, primo responsabile degli errori post scudetto ma anche onesto nell’ammetterli e nell’impegnarsi nel ravvedimento operoso.

Il rischio è che l’accelerazione sia arrivata con qualche settimana di ritardo. La vittoria contro il Bologna ha rimesso il Napoli in linea di galleggiamento, però non sono concesse troppe fermate perché la corsa a un posto Champions sarà serrata e non è detto che anche quest’anno sia sufficiente chiudere quinti per entrare nell’Europa più ricca. Ecco perché sarà decisivo l’impatto che avranno Lukaku e gli altri rinforzi da subito.

L’attaccante belga si è allenato tutta l’estate da separato in casa al Chelsea per farsi trovare pronto. Un anno fa a Roma ci mise un mesetto, lusso che Conte non si può permettere. Rimane poi da sciogliere il nodo Osimhen: cosa accadrà se a settembre dovesse ancora essere a Napoli? E’ immaginabile tenerlo in tribuna per un anno dovendolo pagare 10 milioni netti più bonus vari? Abbattendo così definitivamente quello che resta del suo valore di mercato? La risposta dipende dalle scelte di De Laurentiis più che da quelle di Conte perché è una questione societaria prima ancora che tecnica. Con una exit strategy che porta all’Arabia Saudita (Al Ahli), un calcio che il nigeriano non voleva scegliere ma che potrebbe diventare l’unica opzione. Quanto incasserà il Napoli? Meno di quanto immaginato, comunque vada a finire.

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Giovanni Capuano